PERUGIA - In Italia il 3% del consumo energetico è imputabile agli sprechi alimentari, una percentuale pari ai consumi energetici annuali di 1.650.000 italiani o all'85% dei consumi finali del comparto industriale dell'Emilia-Romagna.

Questa è la stima dell'universita' di Bologna sui dati di Last Minute Market, lo spin-off messo a punto da Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria, che oggi nel corso di una conferenza - organizzata da Federutility - durante il Festival dell'energia a Perugia ha ricordato che il valore dello spreco è pari allo 0,72% del Pil (circa 11 miliardi di euro).

Si tratta pertanto, osserva Segrè, di “un doppio spreco con gravi conseguenze in termini di costi economici, sociali e ambientali: da un lato, grandi quantità di energia sono utilizzate per produrre, distribuire e consumare, dall'altro, ulteriore energia viene impiegata nella gestione e nello smaltimento di questi scarti e sprechi”. Senza contare che secondo uno studio a livello europeo sulla povertà energetica emerge che “150 milioni di cittadini europei non sono in grado di pagare i costi relativi al riscaldamento, al funzionamento degli elettrodomestici e al gas per cucinare”; in Italia “la povertà energetica riguarda circa il 10% delle famiglie”.
 

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