PERUGIA – “La famiglia Podella, proprietaria della Spigadoro, ci ha informati circa il completamento delle operazioni con un acquirente e la prossima settimana, se questo avrà esito positivo, vecchia e nuova proprietà ci illustreranno il progetto industriale che prevede l'immediata riapertura dello stabilimento con un recupero occupazionale molto simile al precedente. Cosa che dovra' essere fatta eventualmente anche al Tribunale di Crotone poiche' il prossimo 5 luglio il giudice dovra' concedere i provvedimenti consequenziali. Sta di fatto comunque che ad oggi il passaggio di proprieta' non c'e' ancora stato''. Lo ha detto stamani in Seconda Commissione consiliare l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi invitato dal presidente Gianfranco Chiacchieroni su richiesta del consigliere regionale del Pdl Massimo Monni per far luce sulla vertenza Spigadoro attraverso audizioni con tutti i soggetti interessati. Lo riferisce una nota della Regione. ''Il nostro auspicio - ha ribadito Riommi - e' che queste intenzioni possano realizzarsi concretamente. Se tuttavia il prossimo 5 luglio questo passaggio di proprieta' non dovesse aver luogo e se il giudice dovesse stabilire l'applicazione della procedura fallimentare, tutte le relazioni e rapporti che si sono evidenziati in questi mesi, anche con importanti imprese del settore agroalimentare umbro, resterebbero ancora in piedi. Ci sarebbe quindi la possibilita' di mettere in campo, in uno scenario diverso, altri tipi di progetti, comunque interessanti per recuperare sia la capacita' produttiva che i valori commerciali (marchio e storia). Per il futuro dell'azienda saranno probabilmente decisivi i prossimi dieci giorni''. Riommi ha anche ripercorso puntualmente tutte le tappe che hanno caratterizzato la vertenza dall'estate dello scorso anno sottolineando che ''buttare all'aria un'azienda di questo tipo rappresenterebbe oggettivamente una grave perdita''. Dopo aver ricordato l'attivazione immediata del Tavolo di crisi, Riommi ha rimarcato ''il prestigio del marchio che, nell'ultimo esercizio, ha permesso di vendere l'85-90% del prodotto sul mercato estero (circa 180mila quintali di pasta su un totale di 220 mila), in particolare sul mercato indiano, giapponese, coreano''. Secondo quanto richiesto da Monni, se non si registreranno novita' sostanziali positive, come auspicato da tutti i membri della Commissione, la stessa dovra' calendarizzare successivi incontri con le istituzioni locali, Sviluppumbria e gli stessi vertici dell'azienda.
 

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