PERUGIA - Un decreto che ne "salva" 65.000 quando in realtà la platea ammoneterebbe a quasi 400.000 lavoratori. Si riaccende la miccia sul numero degli esodati, molti di più di quanto il governo ne riuscirebbe a tutelare.
Questa volta a fornire le nuove stime è l'Inps, nella relazione al ministero del Lavoro inviata prima della firma del decreto che fissa a 65.000 la quota dei salvaguardati.

La notizia arriva dall'Ansa, che per prima è entrata in possesso della relazione dell'Inps. Ma l'istituto di previdenza, a distanza di qualche ora, smentisce: "L'Istituto - precisa lo stesso direttore generale Mauro Nori - non ha fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei salvaguardati". E conferma dunque che gli esodati sono 65.000.

L'Ansa conferma: ecco cosa dice la relazione

L'Ansa - da parte sua - conferma di essere in possesso della Relazione Inps protocollata il 22 maggio 2012.
Nella Relazione inviata al ministero e firmata dal direttore generale dell'Inps Mauro Nori - scrive l'agenzia - si definiscono le categorie interessate alla salvaguardia rispetto alle nuove regole di accesso alla pensione sulla base delle impostazioni normative e interpretative della Ragioneria generale (la frase che esplicita questa definizione della platea in soli 65.000 soggetti è stata poi eliminata dalla versione definitiva della Relazione). In pratica, secondo la Relazione, la platea complessiva dei lavoratori esodati sulla base del decreto Salva Italia e del Milleproroghe è di 390.200 persone, platea ridotta a 65.000 lavoratori salvaguardati (e che quindi potranno andare in pensione con le vecchie regole) sulla base di criteri restrittivi nell'interpretazione delle norme messi a punto dai ministero del Lavoro e dell'Economia.

Come crescono i numeri

Secondo la Relazione dell'Inps riportata dall'Ansa, le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133.000 persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti "cessati", ovvero quelli che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180.000 secondo l'Inps).
Per queste due categorie il decreto del Governo prevedeva rispettivamente 10.250 e 6.890 salvaguardati. Il governo infatti sottolinea nel decreto in via di emanazione che potranno andare in pensione con le vecchie regole per queste due categorie solo coloro che maturano la decorrenza della pensione entro 24 mesi dall'entrata in vigore del Salva Italia (6 dicembre 2011) e quindi di fatto che, considerata la finestra mobile, maturano i requisiti entro maggio 2012 se autonomi e entro novembre 2012 se dipendenti.

Chi sono gli esodati

Gli esodati sono quei lavoratori che hanno “concordato” il proprio licenziamento. Sono stati in pratica incentivati a uscire dall’azienda prima del tempo con la prospettiva di una copertura da mobilità e disoccupazione fino al raggiungimento dell’età pensionabile.
Con l’entrata in vigore della riforma sulle pensioni targata Fornero, però, sono stati modificati i requisiti dei pensionamenti e la loro prospettiva è vivere - si parla anche di diversi anni - senza alcun reddito: nè stipendio né pensione.

 

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