L'Umbria conferma la capacità di spesa e qualità interventi
PERUGIA - Si è conclusa stamani, a “La Posta dei Donini” di San Martino in Campo, la riunione del Comitato di sorveglianza del Programma Operativo Regionale (POR) Umbria FSE Obiettivo 2, 2007-2013, “competitività regionale e occupazione”, che ha il compito di accertare l’efficacia e la qualità dell’attuazione del Programma. Nel rendicontare sullo stato di attuazione delle politiche umbre per la formazione e il lavoro, l’Autorità di gestione, coincidente con il Servizio politiche attive del lavoro, ha comunicato i dati complessivi di realizzazione del Programma al 31 dicembre 2011.
A tale data in Umbria sono stati assunti impegni finanziari per 107 milioni di euro su una dotazione settennale di 230 milioni di euro, di cui 73 milioni già erogati; tali fondi sono stati utilizzati per la realizzazione di politiche attive del lavoro, a sostegno dell’occupazione e del reinserimento lavorativo, comprendendo progetti dedicati ai soggetti più deboli sul mercato del lavoro. Costituiscono inoltre una linea di intervento che distingue l’Umbria specifici interventi dedicati allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione. Un dato significativo è inoltre rappresentato dal raggiungimento della soglia di spesa prevista per maggio dal Ministero dell’economia e finanza, e nei prossimi giorni si dovrebbe toccare anticipatamente il traguardo previsto per ottobre.
L’Umbria si colloca in posizione mediana fra le Regioni italiane rispetto all’avanzamento di spesa che mostra che il maggior ammontare di risorse è stato utilizzato per l’attuazione di misure attive e preventive sul mercato del lavoro (per il 20,9% del totale) e per percorsi di integrazione e reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, lotta alla discriminazione e promozione dell'accettazione della diversità (20,4% del totale). Ulteriori interventi sono stati realizzati per lo sviluppo del potenziale umano nella ricerca e innovazione e in attività di rete tra Università, Centri di ricerca e imprese (17,2% del totale).
Per quanto riguarda,invece, le attività formative svolte, si segnala fra le maggiori tipologie formative troviamo la formazione continua di occupati con il 32,3% mentre si attesta al 24,2% la formazione permanente e per l’aggiornamento professionale e tecnico; l’8% delle risorse totali, invece, sono state spese per il potenziamento dei servizi all'impiego.
Gli interventi hanno riguardato soprattutto lavoratori occupati (il 69%), prevalente adulti di età compresa tra i 25 e i 54 anni (72,7%, gli over 54 sono il 7,5%), per lo più uomini (il 50,7% ). Relativamente al titolo di studio il 41% dei destinatari ha un titolo di istruzione secondaria superiore, il 38,2% l’istruzione primaria e secondaria inferiore. Tra i gruppi vulnerabili spiccano i migranti, quasi il 60%.
La necessità di accantonare risorse per interventi anti-crisi (cassa integrazione in deroga) ha spinto la Regione a sottoporre al vaglio della Commissione Europea (Rapporteur Pietro Tagliatesta) una proposta di riprogrammazione delle dotazioni finanziarie da destinare a interventi di politica attiva del lavoro: nove milioni e mezzo di euro, infatti, dovrebbero essere destinati alla stabilizzazione di lavoratori precari, visto il successo di un bando già proposto in tale ambito, in termini di domande effettuate dalla imprese (più di 750 per l’assunzione a tempo indeterminato di oltre 1850 precari), ma che non aveva la copertura finanziaria necessaria per soddisfare tutte le richieste. Altri strumenti che si intende potenziare sono la realizzazione di work experience, il finanziamento di voucher per giovani talenti, l’incentivazione per del part-time femminile.
“Nel momento difficili in cui versa il territorio umbro, sia da un punto di vista occupazionale che economico a causa della crisi, il Programma Operativo Regionale FSE dell’Umbria rappresenta uno strumento fondamentale per individuare strategie e misure tese ad attenuare gli effetti della crisi – ha detto Pietro Tagliatesta, della Commissione Europea. La Commissione Europea riconosce al programma una buona performance in termini di spesa e sottolinea anche la qualità delle azioni intraprese, di cui alcune si contraddistinguono per un aspetto di innovazione e sperimentazione. Infine – ha concluso, si evidenzia lo sforzo da parte delle Province di Perugia e Terni di rispondere con politiche efficienti ed efficaci alle esigenze del territorio”.
Per l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Riommi “l’avanzamento del programma si mostra apprezzabile e positivo e dà prova della capacità del sistema Umbria di utilizzare al meglio le risorse del Fondo Sociale Europeo, nonostante il quadro economico e sociale estremamente difficile, che ha imposto all’Amministrazione modifiche di strumenti ed equilibri finanziari”.
“Una crisi pesantissima – ha proseguito l’assessore, cui la Regione ha risposto con rapidità e, in un contesto produttivo composto da piccole e piccolissime imprese, per questo escluse dagli ammortizzatori sociali ordinari, ha utilizzato le risorse FSE per dare sostegno alle persone tramite ammortizzatori in deroga. Adesso è necessario passare ad una fase successiva e riorganizzare i programmi e le risorse FSE in un’ottica di reimpiego delle persone, con la serenità che deriva da una certezza: il lavoro fin qui fatto è stato efficiente ed efficace, tanto che alcuni obiettivi previsti da Europa 2020 sono già alla portata dell’Umbria e i parametri relativi al mercato del lavoro sono in linea con quelli delle regioni del nord”.
Danilo Tesei, della Direzione politiche Attive e passive del Lavoro del Ministero del lavoro, Autorità capofila del FSE, ha evidenziato che “il rapporto annuale di esecuzione è esaustivo e dettagliato e dimostra una attuazione positiva sia dal punto di vista qualitativo, sia quantitativo. Anche in quest’anno di crisi, grazie alla buona performance l’Umbria non incorre nel pericolo del disimpegno automatico delle risorse”.




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