di Gian Filippo Della Croce

PERUGIA - Dove comincia la notte? Dove finisce il giorno, quando calano le ombre e la luce non riesce più a farci distinguere nulla e intorno a noi tutto è grigio e infine il buio ricopre tutto. Dove comincia la notte della politica? Quando i cittadini non vedono più intorno a loro valori, ideali, rapporti, solidarietà, capaci di far capire loro che la politica è presente , che si interessa di loro, che parla con loro, che li ascolta, quando i cittadini cercano la politica essa deve rispondere, ma oggi i cittadini non vedono che buio. E in questo buio, che persiste ormai da troppo tempo crescono lentamente mostri, pronti ad emergere dall’ombra per conquistare il loro spazio e per divorare ciò che resta di quella che un giorno fu la politica. Non parliamo dei partiti, quelli sono ormai morti da tempo, ridotti a un simulacro di se stessi, incapaci perfino di raccogliere le residue forze che ancora in qualche modo serpeggiano nei loro corpi esausti. Parliamo di luoghi comuni, perché ormai tutto questo è davanti agli occhi di tutti e il giudizio negativo quanto preoccupato sullo stato della politica è ampiamente condiviso.

Una condivisione che ha indotto sempre più cittadini a disertare il voto o a farlo confluire sul fronte di una protesta violenta, quanto improvvisata, ma sicuramente sincera che segnerà per molto tempo l’arena politica italiana e renderà sempre più difficile il recupero in tempi brevi di quel rapporto fra politica e cittadini di cui si è smarrita la strada. La politica non è più in grado di ascoltare i cittadini, non è più in grado di comunicare con loro, Pier Paolo Pasolini scriveva che “ la morte non sta nel non comunicare ma nel non poter più essere compresi”, è questa la morte della politica, quella vera, il buio da cui emergono mostri: la incapacità di farsi comprendere dai cittadini. E come potrebbero del resto comprendere i cittadini i privilegi di ogni tipo di cui fruiscono i politici, privilegi materiali e immateriali, forse questi ultimi più devastanti dei primi, perché incomprensibili, perché in gran parte sono oltraggi alla dignità delle persone. Come è possibile infatti comprendere perché un assessore al quale è stata inoltrata una richiesta di incontro da parte di un cittadino non si degni neanche di rispondere o davanti alle ripetute richieste rinvii sine die l’appuntamento senza un vero motivo tale che il richiedente possa farsene una ragione?

Questo modo di evadere il confronto con i cittadini non è che la dimostrazione concreta del distacco fra i politici e la società, ed è soprattutto questo che li trasforma in casta. Il non rispondere, il non essere tenuti a rispondere alle istanze dei cittadini, è questo il più perverso dei privilegi. Ce ne siamo resi conto anche personalmente richiedendo un incontro all’assessore al turismo e cultura della Regione dell’Umbria, inevaso da almeno due mesi, così come una richiesta dello stesso tenore al direttore generale di Sviluppumbria, anche questa inevasa da ancora più tempo. Ad ogni sollecitazione la risposta , da parte delle segretarie incolpevoli è sempre la stessa “ l’assessore ha da fare, è impegnato, è fuori…”, quale rapporto con la società possono garantire atteggiamenti come questi dove non c’è alcun rispetto per le esigenze del cittadino? E’ anche da qui, sicuramente da qui che comincia la notte della politica.

 

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