Osservatorio dati di bilancio società di capitali umbre: intervento di Mencaroni
PERUGIA - Potremmo dire di non aver bisogno di altri dati. Di sapere già come vanno le imprese umbre. Basta parlare, come facciamo tutti i giorni, con gli imprenditori per capire quanto sia dura questa crisi e quanto sia difficile uscirne.
O riflettere sui risultati dell'ultima indagine, letta sui giornali appena qualche giorno fa: quella della Cgia di Mestre che ci ricorda che nel 2011 in Umbria, ogni due giorni è fallita una impresa: 185 aziende hanno portato i libri contabili in tribunale.
Ma questi dati di bilancio sulle imprese di capitali umbre servono eccome. Intanto perchè sono gli ultimi numeri disponibili e soprattutto completi che abbiamo sul triennio 2008-2010.
Sono stati elaborati nel marzo del 2011. Quindi, in qualche modo sono già dati “storici” che ci consentono di leggere e capire con il distacco necessario, le dinamiche dell'economia umbra al tempo della crisi.
E' una analisi dettagliata: nell'arco di tre anni sono stati spulciati complessivamente più di 30mila bilanci delle imprese che operano nella provincia di Perugia e nella provincia di Terni.
Il professor Fratini ci guiderà nella lettura dei dati.
I numeri che guardiamo, da molto tempo a questa parte, rischiano di scoraggiarci. Ma non dobbiamo certo piangerci addosso. Come presidente di Unioncamere Umbria, che è la casa delle imprese nella nostra regione e come imprenditore, ho il dovere di esercitare l'ottimismo della volontà, la voglia di fare e di reagire e di trasmetterla a tutti voi.
Voglio allora sottolineare soprattutto alcuni segnali positivi in mezzo ad altri dati che invece ci devono far riflettere, come quello della drammatica crisi del Commercio che continua e, per certi versi, si aggrava.
In altri settori ci sono comunque segnali di un cambiamento di rotta. Forse timidi ma chiari.
Ne cito alcuni. A partire dagli utili aggregati delle imprese umbre che ricominciano a crescere e passano, dal valore negativo del 2009, ai 122 milioni di euro del 2010.
Sale anche il valore aggiunto, anche se in modo ancora troppo lieve. E fa sperare la ripresa, cauta ma evidente, del Manifatturiero e delle Costruzioni, che emerge quasi sempre nelle imprese di maggiori dimensioni. A dimostrazione che le aziende più strutturate hanno maggiori anticorpi e sanno reagire meglio alla crisi.
Sono piccoli segnali, cenni di vita. Ma ci dicono che ce la possiamo fare e che la nostra economia esprime una vitalità che va incoraggiata ed aiutata, anche se rimane, in tutta la sua crudezza, l'endemico problema della sottocapitalizzazione delle nostre imprese che hanno ancora e comunque un continuo bisogno di sostegni da un punto di vista finanziario.
Abbiamo voluto che questo Osservatorio sui dati di bilancio diventasse un appuntamento fisso, da ripetere ogni anno. Per tutta una serie di ragioni.
Per ogni singolo imprenditore umbro questa analisi sulle società di capitali, spalmata nell'arco di tre anni, è uno strumento importante di benchmarking.
Si può puntare all'eccellenza solo attraverso il confronto con gli altri. Misurare i propri prodotti, i propri servizi e le prassi grazie al confronto con altre imprese di analoghe dimensioni, con i diretti concorrenti che agiscono nel medesimo territorio, è fondamentale, per crescere e migliorarsi.
Soprattutto nei momenti di crisi come quelli che viviamo, Unioncamere Umbria vuole lavorare per sviluppare nell'imprenditore una maggiore cultura ed una attenzione più forte verso gli strumenti del controllo di gestione dell'impresa.
L'imprenditore si deve migliorare, certo. Ma non va lasciato solo. E questi dati ce lo ricordano. Il dibattito sulla riorganizzazione del sistema pubblico a sostegno del mondo delle imprese coinvolge pienamente anche le Camere di commercio. Il sistema camerale sta lavorando da tempo, in modo forte, su tre grandi filoni di intervento: l'internazionalizzazione, la semplificazione amministrativa e la nascita ed il consolidamento delle imprese.
Serve regolare il mercato. Occorrono politiche di filiera. Stimoli per lo sviluppo delle infrastrutture, per l'ambiente ed il turismo.
Ma soprattutto interventi sul fronte del credito. Concreti, come quelli che le Camere di commercio dell'Umbria hanno messo in atto attraverso la convenzione sottoscritta con la Regione nel 2011 e con le decisioni coraggiose che sono state adottate dalle singole Camere, che hanno messo a disposizione delle imprese cifre importanti dei propri bilanci per sostenere gli imprenditori colpiti, oltre che dalla morsa della crisi anche da quella del credito.
Ed è proprio il coraggio quello che serve in momenti come questi. Il nostro sistema economico mostra comunque una vitalità che non va dispersa ma alimentata ed aiutata ogni giorno. Tanti giovani, tante nuove imprenditrici, puntano ancora a “mettersi in proprio” per mettere in gioco prima di tutto se stessi, le proprie competenze e le proprie passioni. A loro dobbiamo delle risposte, perché da loro passa il riscatto della nostra economia. E a loro facciamo una promessa, che ci sentiamo di mantenere: il sistema camerale, insieme alle associazioni di categoria, sosterrà sempre e comunque questa voglia di fare impresa. Questa è l'energia positiva che ci dovrà tirare fuori dalla crisi.




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