PERUGIA - Il Gruppo di Rifondazione Comunista esprime la massima solidarietà a tutti gli studenti, precari e docenti che si sono visti recapitare avvisi di fine indagine. La Questura di Perugia infatti contesta a 37 dei mille manifestanti del 30 novembre 2010, che hanno protestato contro la riforma Gelmini occupando i binari della Stazione di Fontivegge, il reato di manifestazione non autorizzata e a 24 di loro anche il reato di interruzione di pubblico servizio.
Riteniamo preoccupante che si cerchi di colpire il diritto ad esprimere dissenso, che ricordiamo è stato manifestato pacificamente, senza incidenti e, per diretto interessamento del Sindaco, con l’ausilio dei Vigili Urbani.
Rifondazione Comunista lavorerà in questi giorni per presentare con tutte le forze del centro sinistra un documento di solidarietà e sostegno ai 37 indagati.
In un contesto di crisi generalizzata come questo, l’uso delle denunce può rappresentare inoltre uno strumento di deterrenza per scoraggiare la partecipazione alla dialettica politica e democratica del paese. Penalizzare un’azione di protesta che è stata partecipata, pacifica e che non ha avuto conseguenze negative, né di ordine pubblico, né di servizio è inaccettabile soprattutto in un momento storico dove le istituzioni dovrebbero garantire il massimo della partecipazione alle scelte che l’Italia si accinge a fare. Non è certo con la repressione che si combatte la crisi e si tiene coeso il tessuto sociale del paese.
Le forze politiche democratiche e le istituzioni hanno il dovere di garantire agli italiani il diritto di partecipare e manifestare il proprio dissenso in tutte le forme possibili, anche se queste comportano qualche disagio, purché in modo pacifico.


Capogruppo PRC Comune Perugia
Emiliano Pampanelli

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