PERUGIA - 12 volontari dell'oratorio “Don Dario Pasquini” di Perugia che faranno parte del progetto “Campo di formazione estiva”, avranno modo di toccare con mano la difficile realtà del quartiere Brancaccio a Palermo. I ragazzi saranno operativi nelle strutture del Centro di accoglienza “Padre Nostro”, di cui è responsabile Maurizio Artale.

Del progetto si è parlato ieri nell'incontro “La bellezza di Dio dentro i quartieri dove la mafia è di casa”, al quale hanno preso parte anche Artale e numerosi giovani, con le loro famiglie. Oggi, in una conferenza stampa, nella sala San Francesco del Palazzo Arcivescovile di Perugia, Maurizio Artale ha fatto il punto della situazione e sottolineato l'importanza sociale di queste iniziative.

L'obiettivo - ha spiegato – è di “sensibilizzare le giovani generazioni su questo grave fenomeno che ha messo radici anche in Umbria. Ed educare i giovani per combattere la mentalità mafiosa”.

Artali era stato a Perugia due anni fa e ora raccoglie parte dei frutti di questo lavoro. “Il progetto di ospitare 12 ragazzi perugini è altamente formativo ed è' stato sperimentato, positivamente, già con altre realtà italiane, come Verona”.

Artali si è poi soffermato a ricordare l'attività e il pensiero di Don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio, colui che per primo ha cercato di “normalizzare il proprio ruolo”, di diffondere il messaggio del rispetto per l'altro, per chi ha bisogno e verso le istituzioni.

“Puglisi - ha detto Artali - era un testimone credibile, usciva dalla chiesa per incontrare le persone, per cercare dialogo anche con chi poi lo avrebbe ucciso”. La sua morte – ha spiegato - non è stata inutile, anche se a “Brancaccio manca una sua testimonianza tangibile”. Ma gli sforzi, in qualche modo, sono stati premiati e “sebbene dopo 8 anni, nel nostro quartiere - ha aggiunto - è stata costruita una scuola e dopo 18 anni un campo da calcio. Piccoli segnali di quel cambiamento che ciascuno di noi può fare”.
 

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