di Gian Filippo Della Croce

PERUGIA - “La libertà di una democrazia non è più sicura se il popolo tollera la crescita di un potere privato fino al punto in cui esso diventa più forte del loro stesso stato democratico”, lo scriveva Franklin Delano Roosevelt nel 1938. E’ il pericolo che sta correndo la nostra democrazia, di fronte agli ultimi accadimenti che ingigantiscono quello che era già noto ma non veniva detto, per paura, per viltà, per opportunismo, per cinismo, ora che il velo è stato strappato tutti alzano la voce, si dichiarano sdegnati e vogliono prendere provvedimenti drastici.

Ma perché non si è sentito prima il bisogno di intervenire per regolare una materia, quella del finanziamento pubblico dei partiti che era stata già oggetto di un referendum popolare il quale aveva visto la vittoria del quesito che chiedeva l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti? Una volontà popolare che poi lo tsunami “mani pulite” aveva forzato con l’intento di arginare la corruzione derivante dal libero mercato dei finanziamenti alla politica. Così è nato l’attuale sistema che però alla luce dei fatti non è stato comunque in grado di salvaguardare la virtù della politica e dei politici, facendo girare cifre enormi elargite con un sistema dai controlli a maglie larghe, troppo larghe, che hanno permesso fino ad oggi ai cassieri di incamerare risorse cospicue, dal momento che le somme erogate a rimborso sono state in effetti sempre di molto superiori alle spese elettorali effettivamente sostenute dai partiti stessi. I partiti servono alla democrazia, questo è un dato di fatto, ma quali partiti? Ovvero quale modello di partito si addice ad una democrazia matura come la nostra, in crisi di rappresentanza e con un vuoto sempre più profondo tra i cittadini e lo Stato? E’ sotto gli occhi di tutti ormai che il modello attuale va cambiato, ovvero adeguato alle esigenze di una nuova stagione che la democrazia rappresentativa si appresta a vivere, piena di difficoltà, di tensioni, di cambiamenti epocali non sempre positivi. I partiti sono necessari ma devono cambiare, devono farlo adesso con coraggio e intelligenza, interpretando finalmente le aspettative dei cittadini in tempi di crisi.

Tornando alle parole di Roosevelt è chiara la loro attualità a fronte di fatti come quelli che hanno coinvolto la ex Margherita e la Lega, dove poteri privati nati all’interno dei partiti sono poi diventati più forti dei partiti stessi travolgendone credibilità e reputazione, ma non ci si può fermare soltanto qui, perche’ questo male oscuro, che tanto oscuro non è, sta minacciando le basi della nostra democrazia a tutti i livelli come i fatti avvenuti anche in casa nostra (cioè in Umbria) dimostrano. La libertà di una democrazia, della nostra democrazia, non può essere messa oltre in discussione, il sistema di poteri privati che prosperano al suo interno va distrutto ma non deve essere solo la magistratura a farlo, deve esserlo anche e soprattutto la tolleranza zero dei cittadini, che non possono e non devono permettere che la politica in generale e i partiti in particolare siano l’una e gli altri ridotti a garantire interessi che non siano quelli del bene comune.

Va ricostruita un’etica pubblica che non c’è più, va cancellata l’immagine del politico che considera il suo status come un traguardo personale o una occasione di arricchimento. Chi fa politica ha il dovere di dare esempio di sobrietà. Chi ha posizioni di responsabilità deve stare attento a quello che fa, perché se sono le èlite a fare peggio perché gli altri dovrebbero essere migliori?

 

 

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