Gubbio/ Smacchi (Pd) presenta interrogazione per rilanciare attività UmbraFlor
PERUGIA - Se la societa' UmbraFlor che gestisce il vivaio di Torraccia di Gubbio, riuscisse ad incassare anche solo metà dei crediti accumulati, per un milione e 167mila euro, potrebbe programmare una serie di investimenti strategici, dal fotovoltaico sui tetti dei capannoni, alla produzione di pallet; fino al rilancio della sua attività, un tempo fiorente, nella produzione e commercializzazione di piante ortive e da frutto, di varietà autoctone: lo afferma il consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi al termine della visita, fatta insieme al capogruppo del Pd del Comune di Gubbio Claudio Ruspi ed al consigliere di amministrazione di UmbraFlor Fabrizio Cerbella, alla sede del vivaio sorto a Gubbio per effetto della legge regionale 4 del 1977 e che nei momenti di maggior successo arrivò ad impiegare oltre 30 dipendenti.
“Oggi - spiega Smacchi in una nota della Regione - rispetto a quella situazione ottimale, sia per la professionalità degli operatori che per la produzione e commercializzazione di piante forestali, nella struttura concessa in comodato d'uso dal Comune di Gubbio fino al 31 dicembre 2028 operano solo quattro operai a tempo determinato, uno distaccato dalla Comunità montana ed un impiegato. Una situazione di crisi provocata principalmente dalla minore richiesta del mercato di piante forestali e dai mancati pagamenti che si può invertire con un serio piano di rilancio, basato su elementi di forte concretezza”.
Dopo aver messo in evidenza che fra i crediti vantati da UmbraFlor, ci sono anche quelli delle pubbliche amministrazioni, il consigliere ha reso noto di avere presentato una interrogazione in Regione, “allo scopo di conoscere le intenzioni della Giunta sulle possibilità di rilanciare l'attività del vivaio, investendo risorse non eccessive, puntando ancora sulla produzione e commercializzazione di piante autoctone, ma anche sulla produzione di energia, mediante l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei tre capannoni, valutando infine la possibilità di produrre e commercializzare cippato di legno derivato da potature extra aziendali, destinato ad essere utilizzato tal quale o avviato alla pallettizzazione”.

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