A Città di Castello una "casa" per i parenti dei bambini ricoverati in oncologia
CITTA’ DI CASTELLO – I piccoli pazienti oncologici dell’ospedale di Città di Castello: è a loro che hanno pensato le associazioni di volontariato quando, circa due anni fa, proposero a Comune ed Asl di creare una struttura per accoglierne i familiari: dalla prossima settimana quel progetto diventa una realtà, ospitando, nelle sei camerette ricavate presso la Cittadella dell’Emergenza, i congiunti dei bambini del reparto pediatria e, in base ad una gradua-toria, che è anche economica, chiunque abbia un parente ricoverato e ne faccia richie-sta.
Nella mattina di oggi, giovedì 5 aprile, si è svolta la cerimonia dell’inaugurazione.
Prima del taglio del nastro, il presidente della Pat-Croce Bianca Claudio Fortuna, a nome di tutte le associazioni coinvolte, Aacc, Comitato Aiutiamoli a vivere, Matty&co-Progetto d’amore, ha ringraziato le istituzioni, sottolineando “l’importanza dell’accoglienza per chi vive un momento difficile. Su questo piano la Pat-Croce bianca è in prima linea con servizi rivolti prevalentemente agli anziani come il Telesoccorso, a cui annualmente pervengono seimila chiamate, o a chi non ha un punto di appoggio, come il Pronto farmaco. Inoltre ci occupiamo del Punto caldo a Trestina e del trasporto di cellule staminali dagli ospedali di Gubbio e Città di Castello al policlinico Careggi di Firenze. Ora integreremo l’attività, gestendo le quattro camere singole e le due doppie, a seconda delle indicazioni della Asl e avremo per la prima volta il supporto di quattro ragazzi del Servizi civile”.
“Tecnicamente si chiama casa dell’ospitalità” ha precisato il sindaco Luciano Bacchet-ta, presente insieme all’assessore ai Servizi sociali Andreina Ciubini, “ma nella sostanza è un passo di civiltà per tutti noi. Nell’amministrazione di una comunità ogni progetto ha una sua rilevanza ma quando le nostre azioni sono indirizzate a mantenere la coesione sociale e a promuovere la qualità della vita, allora acquistano il valore di un esempio, rendendoci orgogliosi di quanto abbiamo compiuto. Per questo l’adesione del Comune è stata immediata anche nel mettere a disposizione gli spazi necessari a garantire il fabbisogno. Il problema della permanenza prolungata per i nuclei familiari alle prese terapie complesse o con una degenza ora ha una soluzione sostenibile sia dal punto di vista emotivo ed economico. Lo dobbiamo alle associazioni di volontariato e alla Asl, che ha sposato l’idea e l’ha supportata”.
“Per me è difficile pensare ad una situazione umanamente più critica di un genitore che abbia un figlio malato: è una dura prova della vita, a cui la casa dell’ospitalità sarà cer-tamente di un qualche sollievo, eliminando dalle preoccupazioni quelle di carattere pra-tico” ha detto il vescovo mons. Domenico Cancian “Quando una comunità, nonostante la crisi che spinge all’individualismo, riesce ancora a guardare l’altro e a curarsene, allo significa che c’è solidarietà e che dobbiamo fare in modo che questo filo non si spezzi. Mi compiaccio per la realizzazione che in altri contesti si sta rivelando molto preziosa e leggo questa inaugurazione a ridosso della Pasqua come un segno di speranza”.
“Beneficiare delle sei stanze per noi significa elevare il livello di umanizzazione dell’assistenza e del servizio” ha detto Andrea Casciari, direttore generale della Asl 1 “Anche in questa occasione il volontariato si è dimostrato un alleato essenziale per mi-gliorare la qualità complessiva della sanità pubblica locale. Noi riceviamo costantemen-te donazioni liberali dai soggetti cittadini: costituiscono il nostro valore aggiunto anche nell’ambito della mobilità in entrata, che vede l’ospedale consolidare una tendenza po-sitiva. L’accesso sarà ad un prezzo quasi simbolico o anche gratuita per coloro che rientrano nelle fasce di esenzione. Con soddisfazione infine annunciamo che in base ai 41 parametri di una recente rilevazione del Ministero, l’ospedale tifernate ha perfor-mances molto alte nell’ambito della laparoscopia e delle malattie cardiovascolari”.
Sull’importanza di questa struttura e sulla soddisfazione del risultato raggiunto grazie alla coralità dell’impegno delle associazioni sono intervenuti anche il presidente dell’Aacc, Italo Cesarotti, per la Fondazione “Aiutiamoli a vivere” la presidente Nadia Ranucci e Emilia Ubaldi, Marco Romolini e Cristina Caldei per “Matty&co”, il presidente della Cassa di Risparmio di Città di Castello, Domenico Colcelli, che insieme alla Fondazione ha collaborato all’iniziativa.

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