Reintegro, giudizio positivo dalla Cgil - Salvo il potere deterrente dell'art.18
ROMA - La Cgil considera "positiva" la riconquista della possibilità di reintegrazione nei casi di licenziamento per motivo economico. A 18 ore dall'annuncio della modifica del Ddl sulla riforma del lavoro, dal sindacato guidato da Susanna Camusso arriva il primo giudizio sulla mediazione ed è un giudizio positivo perché viene ricostituito "il potere di deterrenza dell'art.18" e viene scongiurata "la pratica dei licenziamenti facili che Governo e Confindustria intendevano introdurre".
La valutazione sembra ignorare la precisazione di Monti, secondo il quale la possibilità del reintegro in caso di licenziamento dettato da motivi economici è "riferita a fattispecie molto estreme e improbabili". Da Napoli, il presidente del Consiglio Mario Monti torna così sull'articolo 18 dopo l'annuncio di ieri, inviando un messaggio rassicurante agli industriali. "Le imprese sono insoddisfatte perché avrebbero voluto la sparizione della parola reintegro ma col tempo capiranno che ciò avverrà in presenza di fattispecie molto estreme e improbabili". Quanto ai sindacati, ha aggiunto Monti, "si sentono colpiti dal fatto che ora il licenziamento economico è più aperto, col tempo capiranno il passo avanti fatto verso la tutela universalistica. Con il tempo valuteranno che le tutele e gli ammortizzatori sono un passo avanti".
Intanto, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato l'autorizzazione per la presentazione alle Camere del ddl di riforma del mercato del lavoro. "A Napolitano sono devoto e grato" dice Mario Monti, che incassa il plauso della Ue: "Il governo italiano sta dimostrando forte determinazione e impegno per affrontare la doppia sfida di consolidamento dei conti e crescita, i progressi fatti finora sono straordinari, e cruciale è ora l'adozione da parte del Parlamento della riforma del lavoro attesa da tanto". La riforma ha "l'ambizione di
affrontare in modo completo rigidità e asimmetrie della legislazione sulla protezione del lavoro" e "va verso uno schema di sussidi per la disoccupazione", che "consente di trovare un equilibrio tra flessibilità in entrata e in uscita", scrive la Commissione Ue in una nota.
A Napoli, il presidente del Consiglio ha spiegato che "quello che noi abbiamo posto nel ddl è che per i licenziamenti individuali di carattere economico se un giudice riscontri situazioni di illegalità ci sia l'indennizzo per i lavoratori. Se invece sono motivazioni manifestamente insussistenti, un caso molto forte, il giudice può disporre il reintegro come l'indennizzo". Una formulazione che per monti "leva molto le imprese dalle incertezze e tutela i lavoratori dai casi riprovevoli di discriminazione".
Con la riforma del mercato del lavoro "riteniamo di aver fatto l'interesse dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, soprattutto del Sud. Quando la riforma sarà capita all'estero riteniamo che ci possano essere maggiori investimenti in Italia" ha aggiunto il premier, parlando più in generale del ddl sulla riforma del mercato del lavoro, a margine della presentazione in prefettura a Napoli dei primi 5 bandi per il rilancio di Pompei.
"Abbiamo ritenuto, dopo approfondite analisi anche in ambito europeo, che fosse molto importante rendere più dinamico il mercato del lavoro sul piano dell'efficienza - ha spiegato ancora Monti -, eliminando una perversa forma di dualismo tra coloro che hanno una tutela lavorativa più elevata e coloro che hanno un lavoro precario e lo vorrebbero più stabile".
"Siamo convinti di aver fatto un passo importante nella giusta direzione - il giudizio del premier sul ddl -. Con pieno rispetto delle parti sociali, noi pensiamo che il governo abbia il dovere di guardare all'interesse della collettività. Riteniamo di aver fatto l'interesse dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani e delle zone deboli del paese".
"Mi piace, non mi imbarazza, sottolineare che nel governo esistono su questi temi diverse sensibilità culturali" ha affermato Monti, sottolineando che, nell'elaborazione della riforma, hanno rappresentato un "bell'esempio di lavoro di squadra". Il premier ha quindi ribadito che è "molto importante rendere più dinamico il mercato del lavoro sul piano dell'efficienza, così come sul piano dell'equità eliminare o ridurre la perversa forma di dualismo con una protezione elevata di coloro che hanno un lavoro, per certi aspetti più elevata che in altri Paesi, e di una grande mancanza di protezione e di tutela, certamente più grande che in altri Paesi, per coloro che non hanno lavoro e lo cercano e per coloro che hanno un lavoro precario e lo vorrebbero meno precario".
Il presidente del Consiglio è quindi tornato a sottolineare che ci si trova in presenza di "un mondo che è enormemente più complicato di quello del 1970, quando la storica tappa dello Statuto dei lavoratori si è realizzata". Un mondo, ha proseguito il premier, nel quale occorre "consentire alle imprese di gestire in modo più prevedibile e meno appesantito le necessarie modifiche delle proprie strategie e della distribuzione degli impianti produttivi sul territorio, mantenendo le tutele individuali sulle persone, non legandole al singolo posto di lavoro ma alla persona, con passi importanti verso un sistema universalistico di protezione sociale".
la repubblica.it

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