PERUGIA - Ha ragione il presidente Monti. Questa riforma e’ una “svolta storica”.Una svolta che ricaccia il nostro Paese indietro di 50 anni, cancellando principi cardine della nostra carta costituzionale come la concertazione ed il ruolo dei corpi intermedi.

Lo afferma Massimiliano Smeriglio, responsabile nazionale economia e lavoro di Sinistra Ecologia Liberta’.
Credo - prosegue l’esponente di Sel – che mai lo “spread” fra la vita reale dei cittadini e la percezione di chi governa abbia raggiunto un simile picco: di fronte ad un Paese che muore, a persone che sono sull’orlo della disperazione, alla disoccupazione che colpisce 1 giovane su tre, alla mancanza strutturale di opportunita’ di lavoro, si oppone una riforma depressiva, punitiva e scevra da qualsivoglia provvedimento organico orientato allo sviluppo ed alla crescita.
Una riforma dettata da esigenze che nulla hanno a che fare con quelle della gente, e che mette la pietra tombale su diritti collettivi ed individuali conquistati dai lavoratori.
Solo le ferme resistenze della Cgil – conclude Smeriglio- poi condivise anche dalle altre sigle sindacali hanno parzialmente evitato lo scempio previsto sullo statuto dei lavoratori, ma resta la mistificazione di un governo che reitera il perverso e falso concetto che la mancanza di investimenti delle imprese straniere in Italia sia imputabile all’articolo 18, implicitamente e clamorosamente negando i reali problemi, gli stessi paradossalmente denunciati proprio dal leader degli industriali: mancanza di infrastrutture, burocrazia esasperante, cuneo fiscale sproporzionato.

Lo rende noto l’ufficio stampa nazionale di Sel.

 

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