Venerdì 30 marzo sciopero dei lavoratori delle farmacie pubbliche
PERUGIA - Venerdì 30 marzo le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie pubbliche osserveranno una giornata di sciopero per protestare contro il mancato rinnovo del contratto di categoria, scaduto da ormai 15 mesi. "Le parti datoriali - sottolinea Mariolina Luchetti, segretaria Uil Tucs Perugia - vorrebbero peggiorare le condizioni retributive e normative, intervenendo in maniera decisa sui temi centrali dell’organizzazione del lavoro, con un impatto negativo sulle condizioni di lavoro dei dipendenti. Se passasse una tale impostazione, i clienti dovrebbero fare i conti con un peggioramento generalizzato del servizio. La farmacia non è un supermercato. In farmacia molto spesso si acquista di più di un farmaco: si ricevono suggerimenti, consigli, assistenza. La farmacia è un presidio sanitario territoriale e non un punto vendita.
E’ innegabile, d'altro canto, che i recenti interventi governativi in materia di liberalizzazioni assieme alla ulteriore stretta che le Finanziarie che si sono succedute negli ultimi anni hanno effettuato sui bilanci dei comuni, concorrano a rendere non agevole il rinnovo del contratto di lavoro. Ma - sempre Luchetti - siamo anche fermamente convinti che rinnovare il contratto di lavoro dei quasi 3000 dipendenti delle farmacie pubbliche, sia l’unico strumento per impedire che il servizio pubblico inerente alla dispensazione del farmaco scompaia".
La protesta ha anche l’obiettivo di sensibilizzare tutti sul reale rischio della perdita della specificità della dispensazione del farmaco e dalle professionalità della categoria, che si tradurrebbero in un grave danno per i cittadini. "Le farmacie pubbliche - afferma Luchetti - rappresentano da sempre garanzia di professionalità e competenza: non possono e non devono diventare un self service del medicinale con orari di apertura dilatati, senza nessuna assistenza professionalizzata al servizio del cittadino che vi si reca. La nostra mobilitazione non è pertanto solamente rivolta a mantenere un contratto di lavoro dignitoso ma anche a preservare un servizio pubblico indispensabile".

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