La storia di Cesare: 34 anni, con la Sindrome di Kawasaky e licenziato nel 2010
PERUGIA - Pubblichiamo integralmente la lettera giunta in redazione che racconta la storia di un ragazzo, un 34enne, che a causa di una malattia ha perso il lavoro:
"In un mondo dove predominano evasori fiscali, corruzione e falsi invalidi, è possibile per un “VERO INVALIDO” restare disoccupato per più di 2 anni? Molte posso essere le giustificazioni, dalla crisi economica in primis, alla crisi politica, ma il vero motivo è che in questi tempi, regna indifferenza e non c’è più spazio per onestà e coerenza.
Questa è la storia di un ragazzo di 34 anni che dal 2010 si trova disoccupato. Per comprendere meglio la situazione, occorre tornare al 1997 quando a Cesare viene diagnosticato un “lupus eritematoso” . Poco male, visto che tale malattia, se diagnosticata in tempo e, adeguatamente trattata a livello farmacologico, consente una vita normale. Purtroppo nel 2005 le circostanze inducono medici e familiari a ritrattare la diagnosi effettuata 8 anni prima. Cesare, dopo una partita di calcio, sport che praticava dall’infanzia, accusa un malore e al Pronto Soccorso, veniva colto da infarto (IMA) e, da qui, i medici gli diagnosticano non più la malattia per cui era stato curato, ma la Sindrome di Kawasaky e, viene riconosciuto invalido civile al 78%.
Nonostante tutto riesce a costruirsi una famiglia e una dignitosa posizione lavorativa. Nel 2010 viene licenziato a causa del fallimento di un noto mobilificio (Aiazzone). Da quel momento, Cesare, inizia una ricerca disperata di un posto di lavoro adeguato alle sue condizioni fisiche. Si arriva cosi al luglio 2011 quando per un errato funzionamento del defibrillatore impiantatogli a livello sottocutaneo nel dicembre 2005 che erroneamente scarica senza che ce ne sia la necessità, Cesare perde i sensi e rimane in coma farmacologico per 2 giorni.
Detto ciò, va premesso che la ditta produttrice della macchina sopra citata, aveva disposto il ritiro delle stesse e, purtroppo l’Azienda Sanitaria locale, non ne aveva previsto la sostituzione ne informato Cesare. Tutto ciò non viene riportato per pura narrativa,ma per far si che ragazzi come Cesare, riescano e siano messi in condizione di poter almeno mantenere la propria famiglia.
Cesare ad oggi, è in grado di fare molti lavori, fatta eccezione per quelli pesanti, per cui, chiunque fosse nella condizione di poter offrire una adeguata posizione lavorativa a questo volenteroso ragazzo può contattare la redazione di questa testata giornalistica.
Cesare oggi, “pagherebbe oro” pur di riuscire ad andare a letto la sera con il pensiero che l’indomani lo attenda una durissima giornata di lavoro.
Con la speranza che queste righe non siano fine a se stesse, confidiamo nella solidarietà di coloro che ancora riescono a distinguere un po’ di colore in una società immersa nel grigiore".
Per qualsiasi informazione potete contattare Cesare Tafi al numero 3297499839

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