da repubblica.it

BOLOGNA - Il tribunale di Bologna ha condannato la Fiat per attività antisindacale alla Magneti Marelli di Bologna, riconoscendo alla Fiom il diritto di avere rappresentanti sindacali. E' la prima sentenza su alcune decine di cause presentate contro il Lingotto dal sindacato guidato da Maurizio Landini.

L'oggetto del ricorso verteva sull'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori: per la Fiom, in pratica, la Fiat lo avrebbe interpretato in modo tale da escludere i rappresentanti sindacali aziendali (rsa) della Cgil dagli stabilimenti di Bologna e Crevalcore. "Non ho idea di come andrà a finire, anche se ovviamente ho una speranza", aveva detto venerdì scorso, al termine dell'udienza, il segretario provinciale della Fiom Bruno Papignani.

Dopo che la Fiom ha rifiutato di firmare gli accordi sull'estensione a tutto il gruppo del cosiddetto "modello Pomigliano", il gruppo guidato da Sergio Marchionne aveva negato ai metalmeccanici della Cgil l'agibilità sindacale in tutti i propri stabilimenti. Ora però, il dottor Carlo Sorgi, giudice del lavoro presso il Tribunale felsineo, ha stabilito che quella condotta è illegittima. Spiegando, nella sostanza, che per ottenere il diritto ad avere rappresentanti sindacali aziendali, non è necessario che un sindacato firmi un accordo, ma è sufficiente che partecipi alle trattative (anche se alla fine delle stesse dovesse decidere di non firmare).

Landini: "Quinta condanna". ''E' la quinta volta, in cinque diversi Tribunali, che nell'ultimo anno la Fiat viene condannata per comportamento antisindacale per atti e azioni contro la Fiom, i suoi iscritti e i suoi delegati'', ricorda Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. . ''Si dimostra che il nuovo contratto imposto dalla Fiat, più che per ragioni produttive, economiche e organizzative ha l'obiettivo di escludere il sindacato più rappresentativo del settore e di limitare le libertà sindacali delle singole persone. La Fiat applichi in tutti i suoi stabilimenti lo Statuto dei Lavoratori, le leggi e i principi costituzionali; il Parlamento si esprima; il governo convochi un incontro tra l'azienda e le organizzazioni sindacali per ottenere garanzie certe d'investimento di tutela occupazionale e produttiva per tutti gli stabilimenti del Gruppo Fiat''.

Cgil: "Bellissima notizia". Se Danilo Gruppi, segretario bolognese della Cgil, reagisce alla pronuncia del giudice parlando su Facebook di "una bellissima notizia", "un altro bel colpo all'arroganza di Marchionne", dalla stessa piattaforma la Cgil nazionale dichiara: "Come volevasi dimostrare la Fiat, tenendo fuori la Fiom, si comporta in modo illegittimo".

Airaudo: "Rappresentanti scelti dai lavoratori". ''La sentenza di Bologna restituisce ai lavoratori il diritto costituzionale a scegliersi liberamente la propria rappresentanza sindacale. Siamo soddisfatti ed eserciteremo subito il nostro diritto di rappresentanza''. Così Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. ''Per noi i rappresentanti sindacali vanno votati e scelti dai lavoratori'', aggiunge Airaudo.

Idv: "Un'altra sconfitta per Fiat". ''La Fiat di Marchionne, davanti ai giudici, perde un'altra volta", così il responsabile welfare e lavoro dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi. "Nel giro di poco tempo a Melfi, a Bologna, a Torino e in diverse altre realtà i giudici riconoscono che i comportamenti della Fiat nulla hanno a che vedere con la legislazione italiana. Da ciò si comprende il motivo per il quale il governo Monti insista per la modifica dell'articolo 18. Infatti l'esecutivo attuale si sta comportando esattamente come quello di Berlusconi: quando un giudice terzo prova ad affermare con le sentenze che la legge è uguale per tutti, cambia la legge".

Diliberto: "Grazie allo statuto". La sentenza a favore della Fiom "dimostra - dichiara Oliviero Diliberto - che il comportamento di Fiat e Marchionne è contro la legge. Questa sentenza, è bene ricordarlo, è possibile solo grazie allo Statuto dei lavoratori. Chi vuole demolirlo pezzo dopo pezzo, deve sapere che colpisce la democrazia nei posti di lavoro e riporta indietro l'Italia di 50 anni."

Vendola: "Sanzionata arroganza di Marchionne". In una stagione come l'attuale, che vi siano sedi in cui vengano riconosciuti e non negati i diritti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, è una notizia. Ed è una bella notizia", per Nichi Vendola, leader di Sel. "L'arroganza del dr. Marchionne dopo Melfi viene ancora una volta riconosciuta e sanzionata. Forse e' ora che anche la politica, il governo, le istituzioni se ne accorgano". 

 

 

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