Dopo l’attacco di dieci anni fa da parte del governo Berlusconi e la sconfitta dello stesso grazie alla manifestazione della Cgil che vide 3 milioni di persone manifestare al Circo Massimo, l’art. 18 è ora tornato al centro degli attacchi del governo Monti e anche di molti esponenti della coalizione che lo sostiene, compresi alcuni dirigenti del Partito Democratico.

Si può condividere la cornice nella quale si muove la riforma del lavoro promossa dal Governo Monti, soprattutto per la parte relativa alla predisposizione di nuovi ammortizzatori sociali e ai contratti di ingresso per i più giovani nel mercato del lavoro. Queste due proposte rientrano tra le priorità che i socialisti avevano segnalato al Governo: ridefinizione e semplificazione dei troppi contratti atipici esistenti, loro superamento attraverso l’assunzione a tempo indeterminato e allargamento degli strumenti di tutela per i precari.

Ma siamo altrettanto certi che la difesa dell’art. 18, riguarda un diritto un diritto così fondamentale da dover valere per tutti i lavoratori senza limitazioni di sorta. Noi pensiamo che l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, e in particolare l’obbligo del reintegro di chi viene ingiustamente licenziato sia garanzia per ogni singolo lavoratore e sia al tempo stesso il fondamento per l’esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose. Se l’articolo 18 fosse manomesso senza avere come riferimento la libertà e la dignità del lavoratore significherebbe minare alle radice la sua essenza.

Per questo motivo va respinta ogni ipotesi liberticida, perché diversamente ogni lavoratrice e lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, la monetizzazione del posto di lavoro è in antitesi con la dignità del lavoro e questo non possiamo permetterlo.

Fa bene il sindacato a mobilitarsi con l’unico strumento a disposizione, dato che anche la concertazione e il confronto in questa vicenda hanno sancito la loro fine per mano di questo governo, in questo senso siamo vicini alla Cgil e a tutti quei lavoratori.

Edoardo Panico
giovani socialisti Federazione di Perugia e Umbria
 

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