ROMA – Approvato dal direttivo della Cgil il documento sulla riforma del mercato del lavoro presentato dalla segretaria generale, Susanna Camusso. Il documento conclusivo ha ricevuto 95 voti a favore, 2 contrari e 13 astenuti. Con questo atto è stato dato il via libera anche al pacchetto di 16 ore di sciopero contro la riforma dell'articolo 18.

Dieci anni fa (il 23 marzo del 2002) la Cgil di Sergio Cofferati riempiva il Circo Massimo in difesa dell'articolo 18. Oggi la Cgil di Susanna Camusso si prepara a scendere di nuovo in piazza perché, dice, “per noi l'articolo 18 è uno strumento fondamentale per la difesa dei lavoratori”.

Assicura battaglia il segretario, ma si appella anche al Parlamento perché “intervenga” per modificare la riforma sul mercato del lavoro, a partire proprio dall'articolo 18. E se “il governo sostiene che la partita é chiusa - dice Camusso riferendosi alle parole del premier Mario Monti -, deve essere chiaro che per noi la partita non e' chiusa”.

All'indomani dell'ultimo tavolo a Palazzo Chigi, la Cgil ha riunito per l'intera giornata il direttivo per una valutazione delle norme proposte dal governo e proclamare un pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 ore per assemblee nei luoghi di lavoro e 8 ore per lo sciopero generale con manifestazioni territoriali.

La data non è però ancora decisa. “La individueremo quando conosceremo l'iter parlamentare”, ha spiegato Camusso nel corso di una conferenza stampa indetta durante una pausa dei lavori del parlamentino di Corso d'Italia, conclusosi con l'approvazione del documento con 95 voti a favore, 2 contrari e 13 astenuti (che rispecchia la minoranza interna).

La Cgil promette una mobilitazione che sarà “dura e articolata” e che punterà a “portare a casa dei risultati” durante il dibattito parlamentare “prima che si avvii un biennio di espulsioni di massa nelle aziende”, ha sottolineato il segretario confederale Fulvio Fammoni, aprendo la riunione del direttivo questa mattina.

Dura come sempre la Fiom. Il segretario generale delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, ha parlato di “follia, che cancella l'articolo 18”. In una riforma del mercato del lavoro che “non riduce la precarietà, non estende gli ammortizzatori ma rende solo più facili i licenziamenti”. “La contrasteremo con ogni mezzo, con ogni forma di protesta democratica, nelle fabbriche e nel Paese'', assicura.

Molte aziende metalmeccaniche - riferisce il sindacato - si sono già fermate oggi per le due ore di sciopero immediatamente proclamate dalla Fiom in difesa dell'articolo 18. Il leader della Cgil precisa che un “giudizio più articolato e preciso” sull'intera riforma verrà dato “quando, prima o poi, saremo in possesso di tutti i testi”. Ma, intanto “siamo di fronte ad un governo che scarica sui lavoratori e pensionati tutti i veri costi delle operazioni che vengono fatte”. E “non ha attenzione alla coesione sociale”.

Intanto domani pomeriggio (alle 16 nella sede del ministero a Via Flavia) ci sarà l'incontro conclusivo per la stesura dei testi e per verbalizzare le varie posizioni. Appuntamento al quale si ritroveranno nuovamente tutte le nove sigle delle organizzazioni sindacali e datoriali, con i rispetti leader, a confronto con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Appuntamento a cui arriverà anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, già con il nome del suo successore che verrà designato in mattinata.
 

Condividi