di Armando Allegretti

PERUGIA - Stamattina si sono dati appuntamento nella sede della Cgil i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti in vista del tavolo per il lavoro di domani con il Governo a Palazzo Chigi. L’obiettivo è trovare una posizione comune sull’articolo 18 da portare in modo unitario al Governo. Il punto più controverso di tutta la partita rimane la richiesta di modifica dei licenziamenti disciplinari.
Trattare sull’articolo 18 “è una perdita oltre che una sconfitta, qualsiasi modifica all’articolo 18 è una sconfitta”, così Vasco Cajarelli (Cgil) ad Umbrialeft, stamattina.

“Si tratta di una vera e propria retrocessione – continua – nei diritti dei lavoratori. Per non parlare delle pensioni, siamo di fronte al falso in atti pubblici – tuona Cajarelli – si aumenta l’età pensionabile per ridurre la precarietà dei giovani”.

Per quanto riguarda invece gli ammortizzatori sociale? “La situazione è ancora più drammatica – continua Cajarelli – al momento se un’azienda cessa la sua attività ora, un lavoratore ha 4 anni di ammortizzatori sociali, se è sopra i 55 anni ha 18 mesi, se dovesse andare in porto la modifica si parla di 1 anno solo”.
“A questo punto – continua – se proprio si doveva parlare di modifiche si sarebbe potuto continuare a dare ai lavoratori il 100% dello stipendio e indirizzarli a lavori socialmente utili, in modo da combattere anche il fenomeno del lavoro nero”.

“Per non parlare della disoccupazione agricola – conclude Cajarelli – che rischia di spopolare ancora di più le campagne e favorire anch’essa il lavoro nero”.

Dall’incontro di stamattina vedremo cose ne uscirà fuori e se i tre leader dei sindacati riusciranno a mettere a punto una proposta comune in particolare sull'articolo 18, sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali da portare domani al tavolo convocato da Mario Monti
 

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