Nei regimi cosidetti illiberali i tempi e le fasi della vita politica e istituzionale vengono definiti non con frasi articolate e complesse, ma con espressioni di sintesi, spesso ridotte ad un unico termine, slogans la cui “distanza” dalla realtà, nei sistemi in crisi, è causa dell’aggravamento della crisi stessa o addirittura del crollo.

Nel nostro Paese, la stagione del governo Monti è stata inizialmente scandita dal termine “Paura”: paura del baratro, della catastrofe (economica); oggi è subentrato quello del “Sollievo”; per il pericolo sventato, il precipizio evitato, per, dicono “non avere fatto la fine della Grecia!”.

Guardando all’Italia di oggi vediamo un Paese in piena recessione economica ed un livello record, che non si raggiungeva da molti anni, di disoccupazione che colpisce, in modo particolarmente inaccettabile, una grande percentuale di giovani diplomati o laureati. Sono condizioni destinate a perdurare a lungo, dal momento che l’Italia ha concordato e sottoscritto in sede europea un accordo sulla riduzione del debito che forse salverà la forza della moneta, ma prelude al mantenimento di condizioni di stagnazione economica almeno di medio periodo.

Vediamo un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita e lavoro che, nel caso di rilevanti fasce della popolazione ha assunto un carattere drastico e drammatico (basti pensare alle centinaia di migliaia di persone alle quali, dalla sera alla mattina, è stata spostata di anni la data dell’accesso alla pensione o alle tante piccole imprese artigiane e commerciali costrette a chiudere).

Vediamo un altrettanto generalizzato indebolimento di tutte le tutele e garanzie sindacali e democratiche, con un attacco che è giunto a rimuovere i “pilastri” sui quali è stata costruita la moderna civiltà del lavoro, come la non “licenziabilità” (si, si, almeno in teoria, anche quella dei pubblici dipendenti!), la libertà di scegliersi la propria organizzazione di rappresentanza, la “sicurezza” in generale del lavoro.

Domanda: ma, scusate!, in Grecia, che è successo?!
Immagino l’obiezione: ma in Grecia è stato “peggio” .Sarà, ma si dovrà pure tenere conto della “differenza” tra i due Paesi, dal loro peso economico e politico, alle condizioni iniziali della crisi, alle rispettive potenzialità ecc. ecc.!

Hanno riempito gli italiani con un mare di bugie!; prima drammatizzando oltre ogni misura la crisi economica (che tra l’altro loro stessi avevano creato!) e i rischi di un debito pubblico elevato; poi presentando come “equa” una manovra a senso unico contro i lavoratori e i ceti popolari, adesso rappresentando un ottimismo fuori luogo per un preteso “scampato pericolo” e la “salvezza” del Paese.

E allora, a che è servito il governo Monti? A niente!, e prima riusciremo a liberarcene e meglio sarà!

Leonardo Caponi
 

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