I lavoratori delle Opere Pie Riunite di Perugia pensavano di aver toccato il fondo. Un continuo stillicidio di speranze, sempre rese vane, di possibilità, subito mortificate e di prospettive, alquanto aleatorie.

L’Ente Opere Pie per anni è stato un pozzo senza fondo, gestito in maniera “allegra”, che ha portato alla situazione attuale, fatta di debiti e passività, con la continua ricerca di soluzioni per appianare tali vuoti economici.

Responsabilità?
Tante. A cominciare dai lavoratori e dal sindacato, certamente, che, evidentemente, non sono riusciti ad incidere quanto necessario per evitare che la situazione diventasse così drammatica.
Responsabilità?
Tante. Proseguendo con chi, sino a ieri, gestiva l’Ente a mo’ di azienda-paese, con il dire cioè “tanto qualcuno ci penserà, basta non sia io”.
Responsabilità?
Tante. Continuando con la politica e le Istituzioni, di ieri e di oggi. Troppo spesso lontane dai problemi pratici che coinvolgono tanti cittadini, lavoratori e le stesse aziende.
Responsabilità?
Tante. Terminando con questo Consiglio d’Amministrazione, che se ne deve andare subito, senza se e senza ma. Non solo perché amministra poco e male, non solo perché riesce a non produrre una vera politica progettuale per far uscire dalle sabbie mobili, nelle quali è impantanato, l’Ente, ma soprattutto perché da un Consiglio d’Amministrazione, per di più legato al centrosinistra, ci si aspetta un minimo di onestà intellettuale.

Ciò che mortifica di più i lavoratori delle Opere Pie Riunite di Perugia, infatti, non sono i mancati stipendi ancora in sospeso, i posti di lavoro degli “stagionali” svaniti, ma la chiara evidenza del fatto che le decisioni sono prese esclusivamente per interessi politici di bottega, spesso poco chiari e per niente nobili.

Disdire unilateralmente un accordo aziendale, dopo che il sindacato ed i lavoratori avevano dato prova di grande responsabilità, è un fatto di per sé già molto grave. Ma disdire un accordo a partire dal 1° marzo e poi convocare una riunione il 15 dello stesso mese per trovare un’alternativa è una vergogna inaudita ed inaccettabile.

A far data da oggi, 5 marzo, i lavoratori delle Opere Pie non presteranno più una sola ora di flessibilità e/o straordinario, sino a quando non verranno convocati dal sindaco di Perugia unitariamente al presidente delle Opere Pie Riunite (che dal primo è nominato).

La riunione dovrà ripristinare corrette relazioni industriali, inficiate dall’approccio sbagliato e scorretto dell’Ente, a presentare un piano di rientro di tutte le spettanze dei lavoratori ancora in sospeso, a garantire un piano strategico teso al mantenimento degli, oramai, pochi posti di lavoro rimasti.

In mancanza di tale convocazione, i lavoratori intraprenderanno tutte le azioni volte alla difesa ed al rispetto della propria dignità, non venuta mai meno neppure in questi mesi di profonda e drammatica crisi.

Flai Cgil - Fai Cisl - Uila Uil
Umbria

 

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