Monacelli (Udc): "Mentre a Roma Monti governa, in Umbria si va al contrario"
PERUGIA - “Mentre il Governo Monti, sostenuto da una maggioranza formata da Pd, Pdl, e Udc, con una efficienza e prontezza che, a prescindere dalla condivisione più o meno piena dei suoi provvedimenti, sta decidendo interventi e riforme come mai si erano visti in questi anni sul versante dei conti pubblici, del rilancio economico e produttivo, sulla riforma del mercato del lavoro, quella del fisco e delle liberalizzazioni, e per questo vede crescere consensi ed apprezzamento nel Paese, l'Umbria va al contrario”. Lo afferma il capogruppo regionale Udc Sandra Monacelli, osservando che è stata “rigettata, come fosse la più infausta delle ipotesi, l'idea di collaborazione istituzionale e politica per accelerare il difficile e confuso cammino delle riforme regionali”.
Per Monacelli “sembra di rivivere a parti mutate gli ultimi giorni del decadente Governo Berlusconi, quando tentò fino all'ultimo voto di resistere alla perdita di credibilità istituzionale e alla inarrestabile crisi economica e finanziaria nella quale il Paese stava sempre più speditamente precipitando. Sebbene con toni diversi Pd e Pdl in Umbria dicono no alle larghe intese e persino dalle recenti cronache mattutine apprendiamo di un Pd dedito a sedute di politica psicanalitica, nelle quali emergono tanti buoni propositi circa un poco probabile superamento di divisioni di partito e di coalizione, dove in definitiva ciascuno pensa di cavarsela senza mettere in conto che a tirare le cuoia possa nel frattempo essere l'Umbria, con i suoi problemi economici, imprenditoriali, occupazionali e sociali”.
“Sempre più voci preoccupate ed accorate – aggiunge il capogruppo Udc a Palazzo Cesaroni - chiedono all'istituzione regionale di cambiare passo e decidere, ma la politica, quella dei 'grandi numeri' che condizionano e frenano, continua a rispondere con le formule elettorali sempre più vuote di contenuti, dove al grido: di 'la coalizione che ha vinto le elezioni non si cambia' pensa di fare il suo dovere. La politica umbra dovrebbe comprendere che per recuperare la sua credibilità deve giocarsi la carta della generosità. Dopo le macerie e i fallimenti registrati – conclude Sandra Monacelli - non è più applicabile il modello dell'uomo solo al comando soprattutto se circondato da ricatti più o meno legittimi e da lacerazioni sistematiche. Spero che la presidente Marini si accorga, prima che sia troppo tardi, della necessità di collegare l'Umbria al processo di svolta dell'Italia e riconosca che l'unica strada praticabile è quella di chiedere condivisione e intese oltre i recinti che sempre più facilitano gli assedi e sempre meno frenano le fughe dalle responsabilità”

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