di Gian Filippo Della Croce

PERUGIA - Giorgio Ruffolo su “La Repubblica” ha affermato che è ridicolo chiedere a Monti se sia di destra o di sinistra. Qualche anno fa Norberto Bobbio si domandava invece se destra e sinistra fossero ancora categorie culturali e politiche aderenti a quell’immagine e ai quei contenuti che avevano rappresentato per lungo tempo nella vita del nostro paese, arrivando alla conclusione che erano forse da ripensare in quanto profondamente trasformate. Dove sta quindi il “ridicolo” al quale si riferisce Ruffolo? Che c’è di ridicolo in una democrazia come la nostra a domandarsi se Monti sia di destra o di sinistra? Destra e sinistra sono le gambe della nostra democrazia, sono i due fronti del confronto culturale e politico che la rende viva e vegeta, la linfa vitale che se cessasse di scorrere nel suo corpo lo condannerebbe inesorabilmente alla morte. Se ci deve essere un ripensamento sulla loro natura oggi, è solo per renderle più adeguate alla qualità del conflitto e delle sfide di questi tempi “nuovi” (sic) non certo per rimuoverle dalla realtà politica nazionale. Quindi è lecito domandare a Monti se sia di destra o di sinistra, non tanto per sapere se eventualmente aderisce ai partiti che vi si riferiscono quanto per conoscere il suo orientamento culturale, decisivo per capire l’approccio alle problematiche che è stato chiamato a risolvere. Non è assolutamente ridicolo che i cittadini chiamati a farsi carico pesantemente di una crisi che non gli appartiene si domandino da quale parte e con quali provvedimenti il premier incaricato voglia risolverla e soprattutto chi debba essere chiamato a fare i sacrifici maggiori e in che forma. Domande ridicole? O sta diventando ridicola anche la stessa democrazia dal momento che la forma del confronto che la rende viva e vitale non avrebbe più ragione di esistere? Come Ruffolo (che ricordiamo per ben altri contributi alla vita politica nazionale) quanti pensano che sia ridicolo tutto questo? Purtroppo pare che non siano pochi e sono anche in crescita, mentre sta lentamente invadendo la nostra società un pensiero pericoloso come un gas letale, quello cioè che sia tutto superato, che di fronte alla situazione attuale destra, sinistra, democrazia rappresentativa, diritti dei cittadini, stato sociale, non servano più e vengano considerati vecchi arnesi di cui occorra liberarsi al più presto. Certo di fronte allo strapotere della finanza mondiale e del suo formidabile armamentario che comprende anche una attrezzatissima fabbrica del consenso, forse rivendicare i valori della nostra “vecchia” democrazia potrebbe apparire inadeguato, ma per essere convinti del contrario basta guardare vicino a casa nostra, alla Grecia dove è nata la democrazia e dove per una sorta di perfida nemesi storica la democrazia pare destinata a morire. Ma i suoi valori sono dentro di noi, li abbiamo succhiati con il latte materno, sono profondamente dentro di noi e non possono essere dimenticati, non dobbiamo e non possiamo dimenticarli, in nome di questi valori milioni di esseri umani hanno vissuto e si sono sacrificati. Che differenza fra quei sacrifici e quelli che ci propongono di affrontare oggi! Si sia più o meno d’accordo sulla presenza dell’anomalia di questo governo è più che mai necessario domandarsi se sia di destra o di sinistra a partire dal suo presidente.

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