Quale turismo per l'Umbria?
PERUGIA - di Caterina Longo*
Sono alcuni giorni che sui giornali si rincorrono prese di posizioni, opinioni e interventi sulla tematica del turismo in Umbria. Per questo ringraziamo Brunello Cucinelli ed Eugenio Guarducci, due personalità di spicco nel contesto imprenditoriale dell’Umbria.
Vorremmo arricchire il dibattito con alcune considerazioni che derivano dall’esperienza di anni di attività come piccola azienda che opera nel campo del turismo sostenibile ed educativo.
Da anni infatti svolgiamo la nostra attività sulla Polvese con servizi di didattica e turismo ambientale e con percorsi articolati sulle tematiche del territorio che hanno contribuito a qualificare l'Isola in ambito regionale e nazionale. Inoltre facciamo parte del gruppo promotore dell'Ecomuseo del Paesaggio del Trasimeno dove operiamo attivamente come facilitatori ecomuseali anche per qualificare il comprensorio con un turismo che valorizzi saperi e valori dei suoi abitanti.
Reputiamo riduttiva la contrapposizione fra turismo di qualità e grandi eventi perché non consente di andare al cuore del problema e di promuovere una azione congiunta fra imprese e politica sulla tematica del turismo di qualità e sostenibile.
I grandi eventi sono sicuramente accattivanti dal punto di vista mediatico e danno un contributo non indifferente nel promuovere anche l’immagine complessiva del territorio.
D’altra parte va considerata la quantità di energie e risorse che è necessario mettere in campo per la loro riuscita e lo “stress” territoriale e sociale che provocano gli alti numeri concentrati in tempi relativamente ristretti.
Le problematiche relative ai picchi di utenza dei grandi eventi sono ben note e in un territorio come quello umbro, caratterizzato prevalentemente da una ricettività diffusa a gestione familiare o di piccola impresa, è probabile che le ricadute auspicate siano molto contenute.
Sicuramente il tipo di attività che svolgiamo, come molte altre piccole imprese della filiera territorio-ambiente-cultura, presuppone una maggiore vicinanza al silenzio, alla riflessione, ai ritmi lenti e, per questo, la visione di Brunello Cucinelli ci trova concordi.
Ma a questa visione è necessario dare uno sbocco concreto per le persone che abitano e lavorano in Umbria. La Regione, che in molti documenti di programmazione, identifica nella crescita del turismo sostenibile ed ecocompatibile una delle leve per lo sviluppo del territorio, dovrebbe sfruttare questa ulteriore opportunità di discussione per raccogliere le idee e le esperienze del territorio e programmare azioni concrete a sostegno di un turismo di qualità ecostenibile.
Un turismo che, offrendo servizi con uno standard di qualità riconosciuto, valorizzi la ricettività diffusa sul territorio ed il sistema paesaggistico, contribuisca alla stabilità degli occupati, crei nuove opportunità di lavoro e di impresa, rispetti e valorizzi le identità sociali e culturali della popolazione, stimoli la cura del territorio e le relative attività di conservazione.
Sostanzialmente: sostenere in modo chiaro e qualificato le esperienze di “Ecoturismo Umbro” già proposte da molti operatori che possono essere fatte crescere con costi molto contenuti rispetto a quelli sostenuti dalle Amministrazioni per i grandi eventi.
La Politica dovrebbe a questo punto riflettere sugli interventi a sostegno di attività ed esperienze molto diverse fra loro e mettere in campo strumenti per monitorare gli effettivi ritorni in termini economici, sociali e ambientali delle risorse erogate.
*Centro di Esperienza Ambientale di Isola Polvese
Plestina Soc. Coop.




Monday
27/02/12
17:55
Il problema non è contrapporre la vocazione al "silenzio" dell'Umbria ed i grandi eventi; il territorio regionale è sufficientemente ampio per poter accogliere l'una e gli altri. Perugia, ad esempio, è già di per sé abbastanza caotica, anche in assenza di grandi eventi; chi cerca un luogo per il silenzio e la riflessione non lo cercherà di certo a Perugia, sarà orientato piuttosto verso la campagna o uno dei tanti piccoli borghi della nostra regione. Né è una questione puramente economica. Anzi, attenzione: potremmo scoprire che Eurochocolate non costa tanto agli enti pubblici mentre, al contrario, l'organizzazione dei servizi museali può risultare, soprattutto in luoghi più decentrati e meno frequentati, piuttosto onerosa. Il problema, sollevato non a caso alla Bit di Milano, è che nel momento in cui si decide di puntare alla filiera ambiente-turismo-cultura, bisogna selezionare con rigore i grandi eventi che possono rappresentare l'Umbria nel mondo. In questa prospettiva risulta alquanto difficile pensare che Eurochocolate possa rappresentare un'eccellenza culturale della nostra regione. Con lo stesso rigore andrebbero valutati e selezionati, ai fini del sostegno pubblico, tutti gli eventi, grandi e piccoli, che si svolgono nella nostra regione, nonché le tante altre attività in campo turistico, ambientale e culturale, spesso, purtroppo, gestite con scarsa professionalità e con condizionamenti clientelari.
Monday
27/02/12
19:26
Il vero problema è la disorganizzazione e le spese inutili che continuano a fare quelli che dovrebbero invece tutelare il territorio ed il paesaggio per rendere appetibile il turismo nella nostra Regione. Anzichè continuare a spendere soldi in "portali web" che creano soltanto confusione, non sarebbe meglio, ad esempio, sostenere dei pacchetti con dei servizi da offrire ai turisti che soggiornano almeno una notte nelle strutture ricettive. Perchè a chi pernotta non si offre l'ingresso gratis in uno o in tutti i musei della Regione!
Tuesday
28/02/12
11:21
Rispondo al commento qui sopra: gli ingressi ai musei sono a pagamento (ridotto) in tutto il mondo...ma sono numerosissimi gli eventi gratuiti a cui possono assistere i turisti nella nostra regione; è una forma di sostegno pubblico indiretto al turismo. Poi, non tutti gli operatori turistici sanno cogliere queste opportunità...basta guardare i siti web delle strutture turistiche...e non parliamo della qualità dei servizi che, purtroppo, molto spesso lascia a desiderare. Ma finiamola di dare sempre e solo la colpa alla politica ed al "pubblico" ! I privati non sono tanto meglio...si sveglino e si diano una mossa !
...e comunque il suo commento era fuori tema...il tema è: secondo lei quale immagine dell'Umbria bisogna promuovere? E quali eventi possono essere in linea con l'immagine che si vuole promuovere?