Raccolte in poche ore diverse centinaia di firme che chiedono giustizia e non gogna mediatica per gli indagati e solidarietà umana, vicinanza al dolore di famiglie che si sono viste strappare all’improvviso i propri cari.

L’iniziativa è promossa dai familiari e dagli amici animati da senso civico e amore di verità nei confronti, non solo degli indagati, ma di un territorio che è stato in questi anni laboratorio di civiltà e di partecipazione e che invece, in questi giorni, viene presentato dai mass-media come centro di malaffare e di intimidazione generalizzata.

La raccolta delle firme non nasce - come erroneamente scritto da alcuni giornali- da una posizione innocentista, ma dalla richiesta di un giusto processo, con indagini reali e non linciaggi avallati dall’accanimento e dal clima di sapore medievale, che nella civilissima Umbria, sembrava sconfitto.

Di ciò voleva essere testimonianza e monito, a Gubbio, l’antica gogna di ferro sulla facciata del Palazzo dei Consoli: simbolo di un tempo che, l’alto senso civico di questa città, riteneva ormai superato.

Ma noi abbiamo fiducia nell’umanità di questa comunità che, contrariamente a quanto afferma il consigliere Bonci nelle righe della Nazione del 26 febbraio, non è né tribale né arcaica.
I firmatari contestano, inoltre, il trattamento inumano riservato alle persone inquisite, mai riservato neanche a casi più eclatanti.

Il comitato spontaneo “ LA MIA FIRMA DI SOLIDARIETA’”
 

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