Isuc presenta: Resistenza italiana e Movimento popolare jugoslavo di liberazione
PERUGIA - Martedì 28 febbraio alle ore 16.30, presso la sala del Dottorato, chiostro di San Lorenzo, piazza IV Novembre 23 a Perugia, si terrà il secondo degli incontri previsti dal Progetto Istria Fiume e Dalmazia Laboratorio d'Europa. Parole chiave per la cittadinanza, destinato a docenti e studenti delle scuole secondarie dell'Umbria, sul tema “Resistenza italiana e Movimento popolare jugoslavo di liberazione ai confini orientali”. I relatori saranno Ezio Giuricin del Centro Ricerche Storiche di Rovigno, Patrick Karlsen dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia e Giovanni Stelli della Società di Studi Fiumani.
Il Progetto, giunto alla sua sesta edizione intitolata Socialismo e conflitti nazionali nella regione giuliana: momenti della storia del Novecento, propone quest’anno a docenti, studenti e cittadini una riflessione su un’altra parola-chiave indispensabile per intendere la storia del Novecento: ideologia. Nei drammatici eventi della seconda guerra mondiale e nel corso del dopoguerra con la “questione di Trieste”, i complessi rapporti tra Resistenza jugoslava e Resistenza italiana e, più in particolare, tra Partito comunista jugoslavo e Partito comunista italiano appaiono centrali per mettere a fuoco questo tema. Entrambi subordinati all'Urss, i Partiti comunisti italiano e iugoslavo si trovarono a dover fronteggiare la dolorosa questione dell'appartenenza statale di Trieste, dell'Istria costiera, di Fiume e di Zara, territori storicamente popolati da una maggioranza assoluta di cittadini di lingua e cultura veneta, che fino ad allora non era mai stata messa in discussione da nessuno. Nell’incontro del 28 febbraio Giuricin parlerà dei rapporti tra Resistenza italiana e Resistenza jugoslava al confine orientale, Karlsen del Pci e della frontiera orientale nel contesto internazionale e Stelli della repressione degli autonomisti fiumani ad opera del fascismo prima e del comunismo titoista poi.
Quest'anno collabora al progetto l’Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia, con il quale la Sezione didattica dell'Isuc ha messo a punto una serie di proposte per le scuole finalizzate a porre in relazione la conoscenza storica e la memoria con luoghi significativi della geografia dei conflitti al Confine orientale. Luoghi come la foiba di Basovizza, il valico della Casa Rossa, presso Gorizia/Nova Gorica, dove nell'immediato dopoguerra avvennero scambi di prigionieri tra la Jugoslavia di Tito e l’Italia, Gorizia/Nova Gorica: tracce di un confine abbattuto (le reti, un posto di blocco, le torrette delle guardie confinarie, le due diverse concezioni di città attraverso i tessuti urbanistici...); il Museo della Miniera di Albona dove il 28 febbraio 1940 una tragedia mineraria accomunò 185 vittime tra italiani, croati, sloveni; l'ospedale partigiano “Franja”, in Slovenia; Kampor, campo d'internamento fascista per civili sloveni nell'isola di Rab/Arbe.
Le scuole secondarie che vorranno includere come meta per i loro viaggi d'istruzione questi luoghi potranno contare sul sostegno didattico e storiografico dei due Istituti, affiliati all'Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia “F. Parri” di Milano.

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