Cantone (Spi-Cgil): "Alzare le tasse a chi guadagna di più"
PERUGIA - "Toccare l'articolo 18 non serve a nessuno, e' una bandiera per il governo e un graffio alla democrazia per noi, sarebbe opportuno anche evitare di parlarne". Così il segretario nazionale dello Spi-Cgil, Carla Cantone, oggi a Perugia per un'iniziativa del sindacato dei pensionati umbro.
Sulla riforma del welfare in generale, per Cantone "tutti dobbiamo fare uno sforzo per trovare un'intesa, questa e' la ragione per la quale io non condivido che lui voglia andare avanti da solo: trovare un'intesa - continua - e' fondamentale".
Il segretario nazionale dello Spi-Cgil, Carla Cantone, considera un errore la volontà del governo di procedere alla riforma del mercato del lavoro anche senza l'accordo con le parti sociali. "Io penso che Monti fa un errore di comportamento - afferma Cantone - perchè per il bene del paese e di tutte le parti sociali, governo compreso, sarebbe utile trovare una soluzione condivisa, perchè se è condivisa forse riusciamo tutti insieme a fare qualcosa di buono per questo paese e per uscire dalla crisi con piu' uguaglianza e meno povertà".
"Se, invece - aggiunge Cantone - si insiste a voler fare da soli, senza tenere conto che le parti sociali in questo paese hanno sempre svolto un grande ruolo di livello della democrazia e di partecipazione, allora vuol dire calpestare dei diritti di rappresentanza che non e' giusto che siano calpestati".
"Ridurre il prelievo fiscale a chi guadagna di meno e alzarlo a chi guadagna di più". E' la direzione che, secondo il segretario dello Spi-Cgil dovrebbe prendere la riforma fiscale del governo. "E' una questione di equità - afferma Cantone - e in questo modo si possono andare a trovare delle risorse per intervenire sulla sanita', sulla non autosufficienza e per avere un welfare locale basato sulla giustizia sociale".
Infine, per il segretario dei pensionati Cgil, occorre "ritornare sulle pensioni perchè questo fatto che e' stata bloccata la rivalutazione alle pensioni superiori a mille e 50 euro nette non va bene, perche' sono rimasti fuori quella fascia di pensionati che ha lavorato piu' di 40 anni nelle fabbriche: bisognerebbe - conclude Cantone - arrivare almeno a cinque volte il minimo, cioe' duemila euro lordi".
''Caro presidente e caro ministro, anziche' piangere, ascoltateci, per il bene del Paese. Non mettete il Parlamento nelle condizioni di dover votare una riforma senza l'accordo di Cgil, Cisl e Uil, contro la volonta' dei lavoratori'': ha poi detto Carla Cantone, rivolgendosi da Perugia a Monti e alla Fornero sull'annunciata riforma del mercato del lavoro.
''Siamo pensionati - ha continuato - ma non possiamo permetterci di 'andare in pensione'. Siamo un terzo di questo Paese e saremo sempre di piu' in futuro, per cui dobbiamo combattere per difendere i diritti che abbiamo conquistato in passato e garantirli ai nostri figli e ai nostri nipoti. Perche' la favola che togliendo diritti e conquiste di civilta', come l'articolo 18, si aiutano le nuove generazioni, noi non ce la beviamo''.
Infine, commentando, senza peraltro farne il nome, le affermazioni di Veltroni sull'articolo 18, Cantone ha ribadito che ''chi sostiene che si possa mettere in discussione andrebbe lui licenziato, e per giusta causa, dal centrosinistra''.

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