In relazione all’incontro svolto presso l’Assessorato alla sanità per discutere circa le tre recenti delibere assunte dalla Giunta regionale in materia di riorganizzazione dei dipartimenti di prevenzione, della tariffa aggiuntiva sulle attività di libera professione nell’ambito delle strutture sanitarie pubbliche (intramenia) e della centralizzazione del servizio 118, la Cisl dell’Umbria, presente all’incontro con le proprie categorie interessate, esprime una netta critica sul metodo usato dal Governo regionale nell’adozione di queste tre delibere decise senza nessun confronto e informazione preventiva con il sindacato. Metodo, questo, che contraddice clamorosamente quanto più volte annunciato e dichiarato dalla Giunta regionale e dall’Assessorato alla sanità di voler affrontare in modo condiviso e concertato il delicato e complesso processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale per evitare che i pesanti tagli adottati dal Governo nazionale si traducano, in Umbria, in un aumento generalizzato dei tickets e un taglio indiscriminato dei servizi a danno dei cittadini.

Invece, per la Cisl, sarebbe più che mai necessario un coraggioso processo di riorganizzazione del sistema che eviti doppioni e sovrapposizioni di servizi, dipartimenti e strutture, semplifichi l’assetto istituzionale delle aziende, eviti sprechi e inefficienze, promuova maggiore integrazione e cooperazione fra strutture sanitarie e nella rete ospedaliera, qualifichi i servizi territoriali, rafforzi i servizi per la prevenzione. La delibera assunta in materia di riorganizzazione del Dipartimento della prevenzione sembra invece andare in senso opposto e comunque è profondamente sbagliato e inopportuno, oltre che non ragionevole, riorganizzare il Dipartimento della prevenzione in 4 aree, in 4 Asl con 16 coordinatori quando siamo alla vigilia, si spera, di una riforma del sistema sanitario regionale, più volte annunciata, che dovrà anche prevedere la riduzione del numero delle aziende (per la Cisl con una semplificazione anche consistente).

Così come ci sembra molto pesante l’aumento del 29 per cento della tariffa totale a carico dei cittadini, senza nessun criterio di selettività che tuteli i redditi medio-bassi di cittadini e famiglie, per le visite e prestazioni mediche in intramoenia. Così, per la Cisl, si rischia di sospingere ancora di più i cittadini verso il privato esterno alle strutture pubbliche.
Per questa ragione la Cisl dell’Umbria ha chiesto e chiede con forza la sospensione di tali delibere e l’avvio di un confronto di merito sulle stesse in attesa di conoscere e discutere e, se possibile condividere, un progetto di riforma e riorganizzazione complessiva del sistema sanitario umbro.

Claudio Ricciarelli
Il segretario regionale Cisl Umbria

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