da Rassegna.it

PERUGIA - "Non è solo un voto sindacale, è un voto che guarda al paese. Non si può svilire il lavoro pubblico, altrimenti si sviliscono i principi fondamentali della Costituzione. Se non ci fossero i lavoratori pubblici non ci sarebbero i servizi". A dirlo è Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, davanti a una vasta platea di delegati del pubblico impiego e della scuola, nell'aula magna dell'ospedale Molinette di Torino.

La dirigente sindacale ha parlato ai candidati alle elezioni per le Rsu del 5-7 marzo. "Siamo nella città - dice Camusso - che è uno dei punti emblematici dell'attacco alla rappresentanza. È stato lungo e travagliato il percorso per arrivare a fissare questa data dopo vari tentativi per non fare le elezioni. Abbiamo alle spalle un periodo difficile e conflittuale, in cui si è pensato che non fosse rilevante che cosa pensassero i lavoratori".

"L'idea del ministro Brunetta - aggiunge - era che nel pubblico impiego non ci dovesse essere la contrattazione e quindi si dovesse provare anche a non avere la rappresentanza. Siamo tanto contenti che si vada la voto e per questo il nostro appello è innanzitutto alla partecipazione".

Poi, "chiediamo che il voto vada alla Cgil per la sua coerenza nell'essersi battuta per il diritto alla contrattazione e al voto che non era scontato". Camusso in mattinata ha incontrato anche i candidati alle Rsu dell'agenzia delle entrate e di Equitalia: "Sono lavoratori spesso minacciati, indicati come colpevoli perché svolgono concretamente il loro lavoro. Il fatto che intorno a loro non ci sia un'ampia solidarietà è grave. Bisogna riaffermare il valore del lavoro pubblico".

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