Fondi Ue/ Marini: no a regole rigide, utilizzarli per crescita e occupazione
BRUXELLES- La gestione dei programmi plurifondo non dovrebbe avere regole che ''scoraggino'' l'utilizzo congiunto del fondo sociale europeo e del fondo di sviluppo regionale, poiche' questo rappresenterebbe un ostacolo alla crescita nell'Unione europea: lo ha detto oggi la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al termine del suo incontro tenuto a Bruxelles con il commissario Ue alle Politiche regionali, Johannes Hahn.
Marini ha incontrato Hahn nella sua veste di relatrice per il parere della Commissione Coter (Coesione territoriale) del Comitato delle Regioni (CdR) sulla Proposta di regolamento generale sui fondi strutturali del quadro strategico comune post 2013. Tra gli emendamenti che Marini proporra' nel suo parere c'e' appunto quello che riguarda le regole per la gestione dei programmi plurifondo. Si tratta di una ''novita''', ha detto, poiche' da' ''la possbilita' di mettere insieme il fondo sociale europeo e il fondo di sviluppo regionale in un unico programma operativo. Qui - ha spiegato - chiediamo anche regole che non scoraggino le autorita' locali ad usare questo meccanismo, che sarebbe molto utile invece per favorire la crescita, l'occupazione e lo sviluppo''.
I punti del regolamento generale che ''molto hanno a che fare anche con l'attuazione dei programmi operativi a livello territoriale e sono anche quelli che piu' ci preoccupano'', ha sottolineato la presidente. Tra questi, c'e' ''ovviamente anche la condizionalita' macroeconomica, che tende a vincolare i fondi strutturali e l'attuazione dei programmi operativi a condizioni macroeconomiche che non dipenderanno dalle regioni e dalle autorita' locali ma degli Stati membri''.
C'e' poi la ''parte che riguarda i contratti di partenariato, come nel caso italiano, dove le regioni partecipano in maniera attiva alla realizzazione dei programmi operativi''. Qui, ha sottolineato, i contratti di partenariato non dovrebbero essere lasciati unicamente al rapporto tra stati membri e Commissione europea'', ma dovrebbe esserci un ''ruolo nella governance di multilivello dell'Europa anche delle autorita' locali e delle regioni''.
Ci sono inoltre ''alcune cose molto concrete, come la possibilita' per le regioni della competitivita' (quelle del Centro Nord) di utilizzare i fondi strutturali anche per le infrastrutture Ict, come la banda larga''. Infatti, ha spiegato, ''ci sono delle Regioni che pur essendo avanzate hanno bisogno di adeguamento, per esempio infrastrutturale, sulle nuove tecnologie''.
Il parere dovrebbe essere discusso e approvato dalla Commissione Coter il 5 marzo prossimo e passera' alla plenaria del CdR per l'approvazione finale a maggio. ''Con il nostro parere anticipiamo la discussione del Parlamento europeo - ha concluso Marini -, che per la prima volta dopo il Trattato di Lisbona e' chiamato alla co-decisione. Lo anticipiamo proprio perche' auspichiamo anche che la posizione del Comitato delle Regioni possa costituire parte anche del parere vincolante che dara' il Parlamento europeo''.




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