Dap 2012-2014/ A palazzo Cesaroni audizioni con categorie economiche e sociali
PERUGIA – Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni l'audizione pubblica convocata dal presidente della Prima Commissione, Oliviero Dottorini, sul testo del Documento annuale di programmazione 2012/2014 predisposto dalla Giunta. Tra le osservazioni emerse più frequentemente: la richiesta di procedere con rapidità all'attuazione delle misure previste in ragione della gravità della crisi attuale; una diversa e più adeguata valutazione dell'importanza economica del settore agricolo; una autentica e compiuta riforma delle agenzie regionali (soprattutto Sviluppumbria e Gepafin); un impegno delle istituzioni per agevolare l'accesso al credito; una razionalizzazione del sistema del welfare che recuperi risorse, dia spazio al privato e salvaguardi le fasce deboli della popolazione.
Hanno partecipato all'audizione Federico Fiorucci (ConfCommercio), Alfredo Monacelli (ConfAgricoltura), Francesco Filippetti (ConfEsercenti), Claudio Ricciarelli (Cisl), Mario Bravi (Cgil), Aurelio Forcignanò (ConfIndustria), Lorenzo Mariani (ConfCooperative), Urbano Barelli (ItaliaNostra), Paolo Arcelli (Cna), Alessandro Meozzi (LegaCoop), Albano Agabiti (Coldiretti) e Osvaldo Gervasi (Centro di competenza open source).
L'iter legislativo del provvedimento - avviato dalla presentazione dell'assessore Gianluca Rossi - prevede ora la discussione in Commissione (che avverrà nel corso di due sedute appositamente convocate per la prossima settimana) e la successiva approvazione in Aula, attraverso il voto di una risoluzione che per ragioni procedurali accompagna il Dap, prevista per il 22 febbraio prossimo.
GLI INTERVENTI
FEDERICO FIORUCCI (ConfCommercio) ha ravvisato la mancanza di uno “scossone” nel Dap, che “rischia di renderlo inadeguato in un momento di grave crisi. Parte dei compiti assegnati a Sviluppumbria vengono già svolti dalle associazioni di categoria; nell'attuazione della semplificazione vengono previsti contatti diretti tra Regione, cittadini e imprese scavalcando le associazioni di categoria; il Puc 3 sui centri storici minori rischia di non avere risorse sufficienti e di creare solo aspettative che andranno deluse; la fiscalità deve essere contenuta per ridare spazio ai consumi e non viene previsto alcuno spazio per il welfare privato; la cementificazione del territorio procede in modo esagerato e viene ulteriormente avallata come elemento di sviluppo; le risorse per i Confidi sono positive ma non esauriscono le necessità di accesso al credito delle imprese. ALFREDO MONACELLI (ConfAgricoltura): “Purtroppo l'agricoltura viene vista nel Dap solo come fonte di inquinamento e come attività che deve farsi carico della tutela del territorio e della salvaguardia dell'ambiente, mettendo in secondo piano il suo rilievo economico. L'agricoltura non è la principale responsabile dell'inquinamento delle reti idriche e la produzione di energia da fonti rinnovabili non sottrae terreni alla coltivazione. Anche la zootecnia viene vista soltanto come fonte di inquinamento dei terreni mentre in realtà i capi allevati sono calati costantemente ed è dimostrato che i reflui possono essere utilizzati in agricoltura senza effetti nocivi. Non c'è, nel Dap, l'apertura che avevamo chiesto per l'utilizzo di altri fondi comunitari (oltre al Fesr che viene sfruttato al 100 per cento) che non vengono utilizzati e devono poi essere restituiti all'Unione europea”.
Per FRANCESCO FILIPPETTI (ConfEsercenti) la “gravità della situazione è ben rappresentata dai consumi, che per la prima volta da dopoguerra sono diminuiti. La Regione dovrebbe fare da facilitatore tra le imprese e le banche per consentire alle aziende più sane e dinamiche di trascinare l'economia quando la crisi sarà passata. Non è affatto chiaro il ruolo che svolgerà Sviluppumbria nella promozione turistica mentre è evidente che le regioni a noi vicine investono in questo settore quote molto più significative dei propri bilanci. La Commissione regionale contro le infiltrazioni criminali è uno strumento meritori, che deve coinvolgere le associazioni di categoria in modo da bloccare il radicamento della malavita nei centri storici. Vanno completate rapidamente alcune delle infrastrutture più importanti ora in costruzione, come la Perugia – Ancona e la Pian d'Assino”. CLAUDIO RICCIARELLI (Cisl): “il governo regionale, i sindacati e le imprese devono fare ognuno la propria parte per superare il deficit di competitività delle aziende umbre. Necessario riformare la sanità, le agenzie regionali, il sistema dei servizi pubblici locali e quelli informatici. Serve un cambio di passo e una rapidità adeguata alla situazione attuale: in sanità verranno a mancare 120 milioni di euro e il sociale perderà il 70 per cento degli stanziamenti nazionali. I fondi europei disponibili per il lavoro andrebbero sbloccati subito e il sistema fiscale andrebbe modificato (maggiore progressività ed estensione delle esenzioni) in favore delle fasce sociali e delle famiglie svantaggiate. Bisognerebbe decidere finalmente quale sistema di gestione del patrimonio immobiliare regionale adottare, trasformandolo in una leva di bilancio”.
A giudizio di MARIO BRAVI (Cgil) le previsioni del Dap sulla riduzione del Pil e dell'occupazione in Umbria sono “fin troppo ottimistiche: la situazione è ancora più grave egli effetti della crisi più pesanti, come ci dimostrano le tante vertenze, anche in aziende di piccole dimensioni, che si sono aperte. La coesione sociale è a rischio a causa della crisi del sistema produttivo e dei tagli al welfare. La regione rischia una ulteriore deindustrializzazione nel territorio ternano – dove la crisi deve assumere rilevanza regionale e nazionale – e nella fascia appenninica il sistema produttivo è ad alto rischio”. AURELIO FORCIGNANÒ (ConfIndustria), pur apprezzando la scelta dell'invarianza fiscale e il contenimento delle spese di funzionamento dell'ente, ha chiesto “azioni concrete in tempi rapidi. Se è positiva la riaffermazione della centralità del settore industriale e manifatturiero sarà altrettanto importante rispettare i tempi di attuazione della legge sulla semplificazione e dell'emanazione dei testi unici. Serve maggiore rapidità da parte della Giunta regionale: la riforma degli strumenti di garanzia del credito si trascina da anni mentre nel Dap solo 7 righe sono dedicate all'argomento. È urgente il sostegno a Confidi per evitare che le aziende vengano abbandonate quando il sistema creditizio non fa il suo dovere”.
Per LORENZO MARIANI (ConfCooperative) “deve essere affrontata la questione dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, individuando una soluzione rapida e praticabile. Deve essere rispettata la delibera del Consiglio regionale che prevede, nel 2012, la reintroduzione dell'esenzione dal pagamento dell'Irap per le cooperative sociali; opportuno anche rifinanziare in modo adeguato le leggi sulla cooperazione. Le risorse necessarie a fare fronte ai tagli nei trasferimenti possono essere in parte recuperate tramite la razionalizzazione e la riduzione della spesa sanitaria”. URBANO BARELLI (ItaliaNostra) ha criticato la scelta di mutare il “marchio” umbro da Cuore verde d'Italia a Luogo dell'eccellenza ambientale: “Nel Dap non ci sono molte scelte precise mentre invece la strategia europea ci dice che ambiente e sostenibilità sono i settori da privilegiare. Manca un progetto per uscire dalla crisi: l'Umbria deve abbandonare la rendita fondiaria e la cementificazione del territorio per privilegiare la rendita ambientale e culturale. Bisogna puntare sul risparmio energetico prima ancora che sulle energie rinnovabili. È inutile parlare di sviluppo sostenibile se poi si vara una sanatoria per le costruzioni realizzate nei boschi, come avvenuto con la recente legge regionale sulla semplificazione”.
Secondo PAOLO ARCELLI (Cna) “interventi innovativi e urgenti sono necessari per affrontare la crisi, guardando con occhi nuovi alle prospettive di sviluppo. Il Dap purtroppo manca di innovatività e non contiene scelte definiti e priorità da perseguire”. ALESSANDRO MEOZZI (LegaCoop) ha evidenziato l'urgenza di “una azione rapida ed efficace per uscire dalla crisi salvaguardando il tessuto produttivo. La debolezza delle imprese lascia spazio all'infiltrazione criminale. Positiva la previsione di invarianza fiscale mentre bisogna accelerare con la riforma delle agenzie, va rivista la normativa sul massimo ribasso negli appalti e dovrebbe essere prevista una agevolazione nel pagamento dell'Imu per gli immobili a canone concordato”.
Per ALBANO AGABITI (Coldiretti) “nel Dap manca la consapevolezza dell'importanza del contributo che il settore agricolo può dare. È necessario individuare le priorità per la politica agricola del 2013 e prevedere la figura dell'imprenditore agricolo professionale. Non è chiaro quali misure di sostegno al credito verranno messe in campo e non ci sono i sostegni per le strutture che utilizzano i prodotti dei gruppi di acquisto solidali”. OSVALDO GERVASI (Centro di competenza open source) ha chiesto che la legge per la diffusione del software open source venga rifinanziata.




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