Umbria tra crisi e nuova globalizzazione - “L’ascensore sociale è bloccato”
di Armando Allegretti
PERUGIA - Umbria tra crisi e nuova globalizzazione. Questo il titolo del dibattito tenutosi a Perugia. Alla presenza di numerosi invitati a introdurre la delicata questione è stato il segretario regionale del Prc Stefano Vinti che ha ricordato come “ci troviamo in un momento di grave crisi, dovuta alle scellerate scelte del Governo italiano e come queste incidano null’economia della nostra regione”.
“Il rapporto dell’Aur – ha ricordato Vinti – che analizzeremo è stato già presentato il venti gennaio scorso alla Sala dei Notari ed ha rappresentato un appuntamento di grande interesse per tutti poiché è uno dei pochi documenti così importanti per il nostro territorio”.
L’auspicio è quello di “ripartire dall’Umbria – secondo Vinti – anche per contrastare le scelte fatte dal Governo, ripartire da noi, da oggi, dai beni comuni per costruire una proposta politica e culturale che parta proprio dal nostro territorio”.
A spiegare il Rapporto realizzato dall’Aur (Agenzia Umbria Ricerche) è stato proprio il presidente dell’agenzia Claudio Carnieri che ha sottolineato come il rapporto è “ragionamento per leggere caratteri e tendenze dell’Umbria contemporanea” e come “il volume rappresenta per l’Aur la prima parte di un percorso biennale di ricerca nel quale abbiamo voluto mettere a tema la lettura dei caratteri, delle
cadenze e delle contraddizioni che hanno segnato, in questi anni, il passaggio dell’Umbria dentro la crisi, nel quadro della nuova globalizzazione”.
Per far questo “abbiamo seguito – continua - in questi mesi, con interesse, tutti quegli studi che avevano segnalato, già prima della crisi più recente, le dimensioni di una nuova globalizzazione, in un orizzonte di ricerca che aveva cercato di cogliere nuovi percorsi della mondializzazione, non solo della finanza, ma della produzione e del consumo delle merci”.
Il punto di partenza “per comprendere lo studio realizzato, – continua Carnieri – l’incipit che da valore è forza è che nei processi di globalizzazione è evidente un aumento fortissimo delle disuguaglianze che dentro la crisi diventa un tema di straordinaria importanza che ha confermato come nella realtà come la nostra l’ascensore sociale si era bloccato”.
La possibilità “di una risalita della società sono diventate davvero marginali – continua – pertanto lo studio nasce anche dall’idea stessa di riaprire una dinamica sociale”.
Il secondo punto “a partire dalla crisi e dalla nuova globalizzazione è importante sapere che nel quadro mondiale non c’è soltanto un conflitto, di cui noi siamo al corrente – prosegue Carnieri – ma c’è una difficoltà che riguarda le materie prime, l’allocazione delle stesse in altri ambiti e mercati, così come nello scambio delle stesse”.
La forza delle altre Nazioni come “Cina e Germania sta nel proprio apparato produttivo – sottolinea – e queste dinamiche pongono una regione piccola come l’Umbria davanti ad una situazione estremamente importante, perché la forza di un territorio si vede dalla qualità delle relazioni che quel territorio ha prodotto, ai vettori che attraversano proprio quel territorio legandolo ai processi globali”.
Per Carnieri – inoltre – “accanto ai grandi cambiamenti, sociali e di cultura, si assiste ad una trasformazione più profonda che è intervenuta insieme sulle condizioni materiali, gli stili di vita, i desideri e le relazioni, i circuiti di comunità della vita quotidiana, nelle diverse articolazioni tra vita e lavoro”.
E’ inoltre essenziale “una memoria democratica più forte, capace di trasmettere virtù civili. La competitività di un territorio, - conclude Carnieri – è fatta anche di valori, di culture, di relazioni sociali, di stili di vita, di capacità di stare nella contemporaneità del mondo”.




Tuesday
07/02/12
22:57
Mi è veramente incomprensibile capire come sia possibile trovare soluzioni che permettano di contrastare le scelte scellerate del Governo Monti. Per imporre dei cambiamenti occorre fare accordi e intreccecciare alleanze politiche che assicurino una maggioranza parlamentare sia alla Camera che al Senato. Vorrei che mi si spiegasse come sia possibile contrastare questo governo dei banchieri quando anche il PD lo sostiene senza se e senza ma?
Comunque la soluzione esiste e non c'è da inventare alcunchè. Si sa che i probemi per lo sviluppo e per le imprese dei paesi industrializzati, come l'Italia, sono gli alti costi delle materie prime e i bassi costi della manodopera dei paesi del III, IV e V mondo. Visto che non si può certo impedire a certi "imprenditori" di andare a produrre nei Paesi dove si consente lo sfruttano dei lavoratori e realizzare più alti tornaconti la soluzione è tornare alla politica comunitaria del passato.
L'Unione Europea deve riprendere la politica di tutela dei mercati. Pertanto i prodotti che entrano nei mercati dell'Unione Europea debbono essere adeguatamente tassati con i dazi doganali per recuperare il differenziale esistente tra i costi di produzione dei paesi cosidetti emergenti (Cina, India, Corea, ecc... ecc...).
La soluzione quindi è rimettere i dazi doganali sui prodotti che entrano nella UE e che le lobbyes delle multinazionali non vogliono.