L'Umbria del vino rappresenta l'eccellenza e "anima" i territori
PERUGIA - “L’Umbria del vino che, come produzione di eccellenza ed ‘anima’ dei territori, così grande importanza riveste nell’agricoltura e nell’economia umbra, rappresenta per noi un forte elemento di attrazione turistica, nella sua unità inscindibile con il paesaggio, la storia, le tradizioni, le arti e gli eventi di questa regione”.
Lo hanno detto gli assessori Fernanda Cecchini (Agricoltura) e Fabrizio Bracco (Turismo e Cultura), portando il saluto della Regione Umbria ai partecipanti alla Conferenza Internazionale del Turismo del Vino, che si è aperta stamani a Perugia nelle sale dell’Hotel Giò. “I nostri prodotti agroalimentari di eccellenza – ha sottolineato Fernanda Cecchini -, di cui il vino e l’olio sono un simbolo e un ‘fiore all’occhiello’, rappresentano elementi fondamentali anche per la politica turistica, al pari dei beni ambientali, paesaggistici e culturali. Tutti insieme – ha aggiunto -, in una strategia integrata, contribuiscono allo sviluppo economico e turistico dell’Umbria”. 12 mila ettari di vigneti, una produzione di 850 mila ettolitri (di cui 50 mila interessati dall’export), il vino umbro (per il quale la Regione sta approntando un progetto speciale rivolto al miglioramento della promocommercializzazione), può costituire – ha affermato l’assessore Cecchini - un “biglietto da visita” dell’Umbria in tutto il mondo”.
“Siamo entrati nel mondo dell’eccellenza del vino in modo originale – ha detto l’assessore al Turismo Fabrizio Bracco -, con la modernità dei saperi e delle tecniche, ma con un occhio attento al recupero delle nostre antichissime tradizioni, che parlano di una Umbria come un millenario incrocio di genti e di civiltà, che nei secoli hanno plasmato paesaggi, borghi e città inimitabili. È qui il punto di forza dello sviluppo dell’Umbria contemporanea, che vede il turismo come un’offerta di emozioni e di esperienze, capace di collegare agricoltura, cultura, prodotti, tradizioni ed eventi in un modo unico, che è poi un modo di ‘vivere slow’. L’Umbria – ha sottolineato Bracco - è la vera terra del ‘turismo lento’, di un ‘turismo slow’”.
A margine della conferenza, Bracco ha commentato con i giornalisti l’intervento di Michael Wangbickler, professionista di marketing e “wine educator”, sull’esperienza della Napa Valley, secondo il quale “non esiste un turismo del vino”, nel senso che il vino non potrebbe rappresentare da solo un fattore trainante. “Wangbickler ha sottolineato l’esigenza di un’offerta integrata basata sull’emozione, in cui il vino è uno degli elementi, la necessità di preservare l’unicità dei luoghi e del paesaggio, alternando nella sua esposizione immagini della Napa Valley e dell’Umbria. L’Umbria come la Napa Valley? Beh, anche loro - ha scherzato – hanno ‘The art of living’ come ‘claim’ turistico”.




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