PERUGIA - L’articolo n.6 del decreto “Salva Italia” cancella tutti i diritti che finora hanno tutelato i lavoratori pubblici in materia di infortuni e malattie professionali. Nel dettaglio, la legge introdotta dal Governo Monti ha eliminato d’un colpo le tutele derivanti dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, gli istituti dell'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell'equo indennizzo e quello della pensione privilegiata. Diritti che per anni hanno tutelato i lavoratori pubblici.

Per questo la Uil-Fpl ha lanciato, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri presso la sede perugina del sindacato, una petizione per richiedere l’abrogazione dell’articolo 6. “I lavoratori interessati – hanno sottolineato i segretari Uil-Fpl di Perugia, Maurizio Molinari, e di Terni, Gino Venturi – sono diventati una tipologia di serie B. Di fatto, ad esempio, a un vigile urbano che viene ferito nel corso di una colluttazione non viene più riconosciuta la causa di servizio. Lo stesso vale per un infermiere che contrae una malattia infettiva nello svolgimento delle proprie mansioni. Questi lavoratori, secondo quanto disposto dall’articolo 6 del Salva Italia, non hanno più diritto a essere risarciti dallo Stato. E lo stesso vale per tutti i dipendenti pubblici.

E’ stato inferto – sempre Molinari e Venturi – l’ennesimo colpo contro il pubblico impiego, che si conferma come la categoria più vessata dagli interventi governativi. E’ per questo che, in vista delle elezioni per il rinnovo delle Rsu che si terranno il 5-6-7 marzo, invitiamo i lavoratori a sostenere la Uil nelle sue battaglie. La raccolta firme, che parte ufficialmente oggi, è il primo passo verso la mobilitazione generale del comparto pubblico. E’ nostra intenzione ricorrere in tutte le sedi giudiziarie possibili, rivendicando contro l’articolo 6 anche la pregiudiziale di illegittimità costituzionale, in quanto contrario al principio di uguaglianza, di equità e di giustizia sociale”.
 

Condividi