TERNI - Dichiarare lo stato di crisi per il settore del commercio della provincia di Terni e attuare misure straordinarie: a chiederlo sono il presidente di Confcommercio Umbria, Aldo Amoni, e quello di Confcommercio Terni, Ivano Rulli, che hanno inviato una lettera alle istituzioni locali e nazionali per sollecitare ''provvedimenti urgenti''.

''Il pesante andamento dell'economia nel 2011 - si afferma nella missiva - aggravato dal crollo dei consumi registrato nell'ultimo periodo dell'anno, anche per effetto della manovra depressiva del governo, ha condotto a tale punto di gravita' la gia' stagnante situazione in cui versa la stragrande maggioranza delle imprese commerciali da far invocare la dichiarazione di un vero e proprio stato di crisi per l'intero settore''. Secondo Rulli e Amoni ''in un contesto gia' difficilissimo per la categoria si e' inserito il provvedimento sulla liberalizzazione di orari e aperture, che ha colpito solo questo settore, e il cui unico effetto certo e' l'aumento dei costi per le imprese, assolutamente non sostenibile dalle piccole attivita', mentre tutti da dimostrare sono gli incrementi delle vendite, l'aumento delle aliquote contributive per le imprese e, nella seconda meta' del 2012, quello dell'Iva, che deprimera' ulteriormente i consumi''.

Per questo Confcommercio propone all'attenzione del governo, tramite i parlamentari umbri, ma anche Regione, Provincia, Comuni ed enti previdenziali, Agenzia delle entrate, istituti bancari finalizzate ''a dare fiato alle imprese per i prossimi mesi e traghettarle oltre la fase di recessione''. Tra gli interventi richiesti ci sono la moratoria delle scadenze fiscali e previdenziali in atto da gennaio a giugno 2012, la fiscalizzazione degli oneri sociali per le micro e piccole aziende che hanno subito una riduzione di fatturato, l'applicazione dell'Imu all'aliquota minore (almeno per il 2012), l'accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione, la sospensione dello strumento accertativo legato agli studi di settore per le imprese del commercio del 2011. Vengono inoltre chieste il ripensamento della liberalizzazione, con l'estensione a tutti i settori, e misure urgenti per il turismo.

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