di Gian Filippo Della Croce

PERUGIA - Chi ha letto “La fattoria degli animali “ di George Orwell ha ben presente quel decisivo passo di quell’ineguagliabile racconto dove si dice che “…nella fattoria tutti gli animali sono uguali, ma i maiali sono più uguali degli altri”. Con questa graffiante immagine letteraria Orwell sintetizza il principio della “superiorità”, cioè il fatto che un gruppo sociale, economico o politico che sia rivendica a se il diritto di contare più di altri e di imporre quindi agli altri il suo volere. Le opere letterarie pur essendo frutto della immaginazione degli autori, hanno avuto ed hanno nella storia un ruolo premonitore e di denuncia che spesso anticipa la stessa realtà dei fatti. Leggo una dichiarazione del premier Mario Monti:”…ho sempre lavorato per un’Italia che sia simile alla Germania nella misura del possibile .

Ma detto questo, il nostro Paese può tornare e tornerà ad avere un ruolo più grande in Europa: siamo un Paese forte e fiero…….”. Ma perché un Paese “forte e fiero” dovrebbe assomigliare alla Germania? Nelle parole del premier c’è quindi un implicito riconoscimento della superiorità tedesca, la Germania intesa come modello di nazione superiore alla quale vale la pena di assomigliare sempre di più per avere “un ruolo più grande in Europa”. Chi ha un po’ di memoria può ricordare quanto già questo principio di presunta superiorità da parte germanica abbia nuociuto all’Europa e al mondo nel corso del secolo scorso e che ora si ripresenti sotto altre spoglie non può che lasciare perplessi se non dichiaratamente preoccupati. La forza e la fierezza dell’Italia evocate da Monti, risultano allora una citazione contraddittoria a fronte della dichiarata voglia del primo ministro di voler assomigliare alla Germania per “contare di più”.

Tornando ad Orwell dovremmo allora dire che “ tutti i Paesi dell’Unione Europea sono uguali ma la Germania è più uguale degli altri…” C’è infine in aggiunta alle dichiarazioni già citate, un’altra nella quale il professore dice “….se l’Unione europea non cambia , il mio Paese che è stato sempre favorevole all’Europa potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti…”. Che vorrebbe significare una specie di avvertimento che se non ascoltato potrebbe portare l’Italia a diventare ancora più diversa dalla Germania , ed è questa la cosa che sembra più addolorare Monti, in quanto ai pericolosi populisti in agguato, non si capisce proprio da che parte possano venire fuori.. Ritorna quindi l’antico tormentone del complesso di inferiorità dell’Italia nei confronti del “modello Germania”, che da più di cento anni, più o meno dal momento della nostra Unità, ormai condiziona il nostro stile di vita, perché “tedesco” sta a significare efficiente, solido, forte, massiccio, credibile, ma nello stesso tempo rigido, severo, capace di incutere timore.

Sotto l’accorta regia della signora Merkel questo antico stereotipo è tornato in tutta la sua assurdità, legata a ipotetiche virtù di bilancio messe al di sopra di ogni altra cosa ( e dire che i padri europeisti volevano una Europa dei popoli…), per cui stona questa voglia di Germania del premier Monti, probabilmente più vicina al suo modo di essere che a quello della maggioranza degli italiani. E’ vero, possiamo e dobbiamo essere migliori di quanto lo siamo stati fino ad ora ma per esserlo c’è proprio bisogno di assomigliare alla Germania?

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