Nella Ue a 27 membri sono 8 milioni e 250mila le persone che non cercano un impiego ma sono disponibili a lavorare, pari al 3,5% della forza lavoro complessiva. L’Italia ha il numero più alto di lavoratori “senza speranza”: 2,7 milioni ovvero l’11,1% della forza lavoro. E’ quanto emerge dallo studio pubblicato oggi (9 gennaio) da Eurostat , dal titolo “Underemployed and pontentially active labour force statistic”.

Nel particolare, l’indagine prende in considerazione i sotto-occupati e la potenziale forza lavoro attiva. E rivela che quasi una persona su tre senza speranza di trovare lavoro è italiana. Il nostro paese è quindi lo Stato europeo con il maggiore esercito di persone senza fiducia nel mercato del lavoro.

E’ “una fascia che rientra nel bacino degli inattivi” , spiega l’Eurostat, ovvero coloro che non hanno un impiego né lo cercano. Diversa è la situazione dei disoccupati: i “confini non sono invalicabili”, aggiunge il rapporto, se la ricerca di lavoro non fosse così deludente molti italiani si metterebbero a caccia di impiego.

Se si restringe il campo alla sola eurozona, i lavoratori “senza speranza” sono 5.465 milioni. In questo caso è italiano addirittura uno su due . Nel complesso, tra i paesi con le percentuali maggiori troviamo Bulgaria (8,3%) e Lettonia (8,0%). Altri Stati vantano quote minime: Belgio (0,7%), Francia (1,1%) e Germania (1,3%). Nonostante la crisi, conclude Eurostat, in queste zone il mercato del lavoro è ancora in grado di dare speranza a chi non ha un’occupazione.

Fonte: rassegna.it

da controlacrisi.org

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