PERUGIA - A proposito della vertenza Merloni, quali gli intendimenti, le iniziative e le azioni immediate che la Regione Umbria intende mettere in atto per dare risposte ai circa 700 lavoratori esclusi dal reintegro e che ora non hanno più nemmeno la speranza di rientrare nella 'loro' fabbrica. È quanto chiede, attraverso una interrogazione alla presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini e all'assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, il consigliere regionale e vice presidente del Consiglio, Orfeo Goracci auspicando che anche Palazzo Donini condivida e faccia proprie le sollecitazioni e le richieste avanzate dai lavoratori della 'Antonio Merloni'.

L'atto ispettivo, come lo stesso consigliere evidenzia, nasce dalla sua partecipazione, nella giornata di ieri (28 dicembre) ad una assemblea organizzata a Colle di Nocera Umbra dal Comitato lavoratori dell'azienda e alla quale – fa sapere – hanno partecipato moltissimi lavoratori particolarmente preoccupati per il loro futuro, poiché non riassunti dalla J & P Industries.

Per Goracci “l'unità e la solidarietà tra tutti i lavoratori è un valore imprescindibile e le istituzioni devono fare di tutto per impedire 'guerre fratricide tra poveri'. Tra i molti punti ed interrogativi posti all'attenzione dei presenti, tra cui i sindaci del territorio e il Vescovo di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, quello relativo ai criteri con cui sono stati individuati i lavoratori da assumere, visto che, a dire dei presenti, sono rimasti fuori invalidi, famiglie numerose e monoreddito, indiscutibili professionalità, mentre sono state assunte figure più 'legate' a rappresentanze di quote sindacali. La speranza – aggiunge Goracci riportando gli stati d'animo dei lavoratori esclusi – rimane quella legata all'accordo di programma, che va attivato prima possibile. Nella costruzione e negli atti formali – osserva il vice presidente di Palazzo Cesaroni - questo accordo deve avere quale primo obiettivo, senza scorciatoie ed ipocrisie, il riassorbimento di tutti i lavoratori rimasti fuori e comunque garantire loro il prolungamento della cassa integrazione e tutte le 'protezioni' sociali necessarie”.

“In questa fase – rimarca Goracci nel suo atto - è assolutamente necessario il coinvolgimento di tutti i lavoratori esclusi perché possano conoscere e decidere sul loro destino. Per questo, in tutti i tavoli che verranno attivati dovrà essere prevista una loro rappresentanza (democraticamente scelta) oltre a quelle dei sindacati 'storici' ed 'ufficiali'. Al contempo – continua - i Sindaci e le Amministrazioni locali dovranno essere pienamente coinvolte perché nessuno conosce come e più di loro il territorio e le sue problematicità”.

Secondo Goracci, “ora che il governo Monti promette la fase dello sviluppo, la soluzione totale della crisi della Merloni e della dorsale appenninica umbra possono e devono rappresentare il banco di prova per passare dalle parole, dalle dichiarazioni, ai fatti. Insieme con il Governo – spiega – è necessario capire, dopo le scelte folli ed assurde che hanno caratterizzato la riforma delle pensioni, che fine faranno 250-300 lavoratori che potevano arrivare, accompagnati dagli ammortizzatori sociali, alla pensione nei prossimi anni”.

Goracci chiede infine che venga convocato un Consiglio regionale aperto per sottolineare il peso e la drammaticità che la crisi della 'Antonio Merloni' rappresenta per l'Umbria intera, oltre che per l'area del Fabrianese e per le Marche in generale”.

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