ABRIANO (ANCONA) - Dopo tre anni in amministrazione straordinaria, i tre stabilimenti del 'bianco' della Antonio Merloni (due a Fabriano, uno a Nocera Umbra) passano al gruppo marchigiano guidato dall'imprenditore di Cerreto d'Esi Giovanni Porcarelli. I tre commissari straordinari Massimo Confortini, Antonio Rizzo e Silvano Montaldo hanno comunicato che e' stato perfezionato ieri, 27 dicembre, ''con l'assistenza di Mediobanca il trasferimento dell'azienda facente capo alla Antonio Merloni spa''. La vendita a favore di J&P Industries spa, che fa capo all'imprenditore Giovanni Porcarelli, ''garantira' l'assorbimento di 700 unita' lavorative per un periodo non inferiore a quattro anni - annunciano i commissari in una nota.

L'operazione completa il quadro delle cessioni dei rami industriali del gruppo, che hanno consentito la salvaguardia di piu' di 1.400 posti di lavoro''. Per i 700 che rimarranno al lavoro tra Marche e Umbria si prospetta comunque un altro periodo di cassa integrazione per riorganizzazione, che sara' chiesta da J&P Industries spa per il tempo necessario a riordinare il lavoro dei tre stabilimenti, dove si continueranno a produrre frigoriferi e lavastoviglie per un po', per poi passare gradatamente alla componentistica di elettrodomestici 'professional'.

Il gruppo di Cerreto prevede un investimento di 25-30 milioni di euro. Resta incerto il futuro di altri 1.500 lavoratori. ''Per loro - assicura il coordinatore nazionale per il settore elettrodomestici della Uilm-Uil Gianluca Ficco - abbiamo chiesto la massima tutela con gli ammortizzatori sociali su due assi: la cassa integrazione per tre anni e la ricollocazione in base all'accordo di programma tra Governo e Regioni Marche e Umbria'', che dovrebbe essere rimodulato. Un accordo che dovrebbe favorire una nuova industrializzazione dell'area e nuova occupazione. Per circa 200 si stava prospettando la possibilita' di andare in pensione con gli ammortizzatori sociali.

''Uno scenario ora tutto da rivalutare - secondo Ficco - alla luce dell'innalzamento dell'eta' pensionabile''. Il sindacato ha fatto comunque una scelta coraggiosa: ''abbiamo preferito evitare la logica del 'o tutti o nessuno' - spiega il rappresentante della Uilm - perche' in questo quadro sarebbe stato 'nessuno'''. Sulla cessione si proietta anche l'ombra delle banche, che avevano inviato una diffida alla vendita chiedendo la riscossione dei crediti nei confronti della vecchia gestione. Il ricorso presentato da Mps sara' valutato il 26 gennaio. Ma comunque sia, la cessione al gruppo di Porcarelli mette un punto fermo alla vicenda: dopo l'entrata e uscita di scena a piu' riprese di gruppi cinesi e iraniani, quella italiana - arrivata a settembre - si e' dimostrata l'unica offerta seria. In mani italiane era finito nel luglio 2010 uno degli asset del gruppo fabrianese, il ramo bombole acquistato dalla marchigiana G.I.&E.

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