Antonio Leandri lascia il carcere, il gip accoglie la richiesta dei domiciliari
PERUGIA - Il gip di Perugia, Alberto Avenoso, ha concesso gli arresti domiciliari in una comunita' terapeutica ad Antonio Leandri, l'ex insegnante di educazione fisica che nel novembre del 2010 uccise il padre di 88 anni e fece a pezzi il suo corpo nell'appartamento dell'anziano, in pieno centro storico a Perugia. Il giudice ha cosi' accolto la richiesta della difesa dell'ex insegnante.
Per il gip "non vi e' dubbio che, alla luce di quanto emerso in sede di perizia psichiatrica effettuata nelle formule dell'incidente probatorio, le valutate esigenze cautelati" nei confronti di Leandri "debbano ritenersi parzialmente affievolite". Motivando il provvedimento il giudice afferma che l'ex insegnante "sebbene ritenuto dal collegio peritale capace di intendere e di volere al momento dei fatti" e' "affetto da un non irrilevante disturbo bordeline della personalita' che ha certamente influito dulla ideazione e commissione del gesto omicidiario, nel contesto di un rapporto padre-figlio particolarmente problematico e connotato da continue e gravi condotte, ora di abuso, ora di rifiuto, ora di violenza e derisione da parte della vittima verso il figlio, tali da aver irrimediabilmente segnato in senso fortemente negativo l'intera vita" di Antonio Leandri.
Per il giudice, quindi, e' necessaria nei confronti dell'ex insegnante "l'applicazione di adeguate misure di contenimento, che consentano l'effettuazione di adeguati interventi e percorsi terapeutici volti al recupero del disturbo di personalita'"
'Alla luce di quanto emerso in sede di perizia psichiatrica - scrive il gip nell'ordinanza con cui ha concesso i domiciliari a Leandri - le esigenze cautelari devono ritenersi parzialmente affievolite''. Nel provvedimento del tribunale si parla del ''disturbo borderline della personalita' dell'indagato, che ha influito sulla commissione del gesto omicidiario nel contesto di un rapporto padre-figlio particolarmente problematico''. Secondo il gip Avenoso non ci sono rischi legati all'inquinamento probatorio o di fuga da parte di Antonio Leandri. Soddisfatti della decisione del giudice gli avvocati Luca Gentili e Claudio Lombardi, difensori di Leandri.

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