Consequitur valetudo rebus naturalis
di Mario Tiberi
ORVIETO - Raccogliendo l’esortazione di Maurizio Staffa il quale, assieme a Sergio Santini e Valerio Marinelli, possiede requisiti e valenze tali da poter essere annoverato tra i pochi seri e capaci all’interno del PD Umbro, mi proverò ad illustrare il teorema fondato sul presupposto che, solo in un contesto di sano ambiente naturale, è conseguibile una condizione di buona e soddisfacente salute psico-fisica degli umani e non solamente, ma più in generale di tutti gli esseri viventi sul pianeta Terra.
Ci addentreremo, quindi, nei campi dell’Ecologia e del Welfare State senza dimenticarci ovviamente dell’onnipresente demiurgo o leviatano, a seconda dei casi, rappresentato dal fattore economico.
Scrive Publio Ovidio Nasone nelle “Metamorfosi”: “…Così la bocca dell’empio Erisittone accoglie ogni vivanda e nel contempo di più ne desidera; e più ne desidera e più a dismisura si accresce la sua insaziabilità tanto che, con morsi laceranti, egli divora pur anche le sue membra: lo sciagurato nutre il suo corpo consumandolo…”. Erisittone, dopo aver incendiato un bosco sacro ad Artemide, viene punito dalla dea medesima con la condanna ad una eterna fame inestinguibile.
La parabola è chiara; netto è il riferimento all’ingordigia del vorace “homo oeconomicus”, la cui presenza ancor’oggi furoreggia nelle moderne società, ciniche, violente e brutali.
Non, dunque, di aride formule matematiche o di rigide tabelle numeriche abbisogna la scienza economica per essere ben più umana e meglio riflettuta, quanto piuttosto di approcci filosofici e letterari derivanti e rivolti ad economisti, scrittori e pensatori di ogni epoca. L’economia infatti, sembra spesso dimenticato, ha i suoi interpreti negli individui che popolano l’ambiente terrestre, con i loro sentimenti e le loro fragilità, e non in astratti automi, perfetti e freddi calcolatori di utilità da massimizzare e immemori discepoli di una aristotelica “eudaimonia” da perseguire e possibilmente raggiungere.
D’altronde, è proprio l’ambiente terrestre che immerge e avviluppa le persone in un contesto di reciprocità: l’uomo deve custodire la Terra la quale, a sua volta, custodisce l’uomo donandogli i suoi frutti; e tutto ciò in una dimensione di compiuta relazione con l’altro, nostro prossimo. In codesto senso è lecito parlare di un legame indissolubile tra l’ambiente e la felicità: cioè di una Natura come ponte tra “l’io e il tu”.
A corollario di quanto sopra esposto, discende inevitabile la conseguenza di dover ideare ed immaginare un nuovo paradigma di sviluppo non solo economico, ma anche e soprattutto sociale ed ecologico, avendo la consapevolezza che non sarà mai possibile ingabbiare l’essenza di un qualcosa che è di per sé inafferrabile e libero, come tutto ciò che riguarda l’uomo nel suo essere tale e nel suo relazionarsi con gli altri, in un modello di equazioni matematiche, pur elegante e forse attraente nella sua, però, non umana algidità.
Del resto, non è l’uomo che è stato creato per lo Stato Sociale, bensì è lo Stato Sociale ad essere stato progettato per l’uomo se è vero, come è vero, che per Welfare è da intendersi universalmente il crogiuolo della assistenza sanitaria, della pubblica istruzione e della difesa ambientale.
In tale ottica, tutto ciò che è sottratto all’ambiente, unico e massimo contenitore di ogni attività umana, diviene un ulteriore crimine perpetrato da quella intoccabile e inarrivabile casta della finanza nazionale e mondiale che si è ingrassata negli anni dell’espansione e della crescita, che si ciba oggi della crisi economica attraverso spregiudicate manovre speculative e che, con i politici che ci hanno governato negli ultimi due decenni, ha avuto e continua ad avere un inconfessato, ma visibilissimo e indecente rapporto incestuoso.
Per concludere, non sono del tutto certo che un nuovo Welfare e un nuovo modello di sviluppo, fondato sull’economia ecologica, possa condurre alla sicura realizzazione del sogno di una società più giusta ed armonica; sono però certo che un ambiente sano e ben protetto, che una adeguata istruzione formativa delle giovani generazioni, che il ricevimento di idonee cure sanitarie qualunque sia la individuale condizione economica, sono e saranno il medio comun denominatore dell’unico Welfare che mi sento di condividere e di auspicare.




Recent comments
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago
12 years 19 weeks ago