L'AQUILA - “10 regole d’oro che possono essere messe in pratica nelle situazioni di emergenza dopo una esperienze calamitosa”. Questo il risultato che emerge del progetto PATCH - Prevention, Analysis and Tools for Cultural Heritage (prevenzione, analisi e strumenti per il patrimonio culturale), Progetto Europeo di durata biennale finanziato dalla Commissione Europea Direzione Generale Echo, Unità di Protezione Civile e sviluppato dal Centro Studi e Formazione Villa Montesca di Città di Castello insieme ad altri partner italiani ed europei (Provincia di Perugia, Custodia Generale del Sacro Convento della Basilica Papale di San Francesco di Assisi, Policia Local di Valencia, Consorci de la Ribera, University of Crete – Natural History Museum of Crete, Municipalità di Heraklion, Municipalità di Agios Athanasios).

Il progetto ha sviluppato un sistema integrato di prevenzione dei danni dei beni culturali in seguito a calamità sismiche basato sulla codifica di procedure e protocolli operativi, tecniche di catalogazione e identificazione delle opere, tecnologie di protezione degli oggetti museali efficaci e strumenti innovativi per gli operatori coinvolti nelle operazioni di primo intervento. A partecipare all’vento sono stati Stefania Pezzopane assessore alla cultura del comune dell’Aquila, Giuliano Granocchia Presidente Centro Studi e Formazione Villa Montesca di Città di Castello, Roberto Bertini assessore provinciale alla protezione civile e tecnici provenienti da Italia Grecia e Spagna. “L’aquila si è trovata al centro – spiega Stefania Pezzopane - di un cratere sismico che ha riguardato 55 comuni per una popolazione di 25.000 persone. Nel centro storico gravitavano le maggiori Istituzioni e scuole, era il cuore della città ora la vita si svolge in periferia, mi chiedo per quanto tempo un corpo umano può vivere senza che il cuore batta.

La classe politica avrà la lungimiranza di capire che l’identità storica non si ricostruisce dando un tetto nuovo alle popolazioni colpite da eventi sismici. Da qui l’importanza di questo convegno che mira a prevenire attraverso l’adeguata messa in sicurezza del patrimonio storico, intervenire prima costa molto di meno che ricostruire dopo un vento sismico. L’aquila si è candidata come patrimonio della cultura nel 2019 è una provocazione. Gli aquilano ora si trovano a pensare si poteva preservare questo immenso patrimonio storico? Si stima che per ricostruire il centro storico dell’Aquila servono 29 miliardi di euro attualmente ne sono a disposizione uno e mezzo”. La Provincia, all’interno del manuale, ha sviluppato uno studio sugli elementi di vulnerabilità da riconoscere e tenere in considerazione nel momento che squadre esperte entrano nell’edifico danneggiato per il recupero dei beni. “Lo studio - ha spiegato Roberto Bertini - è finalizzato ad approfondire la conoscenza delle tipologie costruttive degli involucri, è stato incentrato sulla stesura di metodologie volte alla stima del loro livello di vulnerabilità sia sismica che statica. Si è voluto dare un taglio tecnico di natura sia qualitativa che quantitativa, mediante la messa a punto di schede di conoscenza e di vulnerabilità utilizzabili, non solo in caso di evento sismico. Tali schede rappresentano un utile strumento per la valutazione di vulnerabilità degli edifici/contenitori.

Esse possono costituire un riferimento per le squadre che devono effettuare il recupero degli oggetti contenuti nell’edificio, con la finalità di una prima rapida valutazione del livello di sicurezza dello stesso e degli aspetti di maggiore pericolo durante la permanenza in sito delle squadre che devono recuperare gli oggetti artistici. Nell’ambito dell’azione istituzionale della Provincia stessa, in termini di Protezione Civile, attraverso il coordinamento e supporto dei piani comunali di emergenza, il manuale può costituire elemento di affinamento e conoscenza fondamentale, non solo nell’ambito nella protezione e salvaguardia delle vite umane, ma anche nel recupero dei beni museali e artistici, patrimonio inestimabile della nostra società”.

Anche Giuliano Granocchia, presidente del Centro Montesca ha espresso soddisfazione per gli obiettivi conseguiti: “Si tratta - ha detto - di un progetto di grande valore per un territorio particolarmente toccato dagli eventi sismici, dove si trova un ingente patrimonio culturale, in cui la forte esperienza maturata dal Centro Studi e le peculiarità dei partner, fra cui la Provincia di Perugia, che si distingue per la competenza tecnica nel settore della prevenzione e per le analisi della vulnerabilità sismica delle strutture e la Basilica di San Francesco d’Assisi che ha messo in campo le esperienze maturate a seguito degli interventi di salvaguardia degli affreschi del ciclo grottesco, hanno consentito di realizzare prodotti da trasmettere e trasferire ad altre realtà territoriali a livello nazionale ed internazionale”.

Condividi