FOLIGNO - Sono passati settant'anni dalla caduta del regime e da allora, almeno stando alla logica, di acqua sotto ponti dovrebbe esserne passata molta. La repubblica ha sostituito la monarchia, è stata varata una costituzione dai principi chiari e forti, c'è stato il boom economico e gli anni piombo, è scivolata via la prima repubblica con tutti i suoi partiti liquidati da mani pulite.

Si è aperta e chiusa l'era berlusconiana. Non ultima è arrivata la grande crisi: sociale, finanziaria, economica e politica, alla quale è sempre più difficile dare una risposta. Eppure, in Italia, c'è ancora chi considera un business l'immagine, il nome ed il volto di Benito Mussolini. Da qualche settimana infatti, in molte edicole di Foligno (e c'è da immaginare anche in tante altre della regione e del paese), sono stati messi in vendita i calendari 2012 del Duce. Con tanto di figura in primo piano ritratta a braccio destro alzato e medaglia commemorativa in regalo.

Non solo. I prodotti editoriali in evidente odore di nostalgia, non vengono messi in un angolo, nascosti, ma davanti a tutti gli altri. In primo piano. Segno evidente che un qualche interesse, da parte della clientela, c'è. Al di là delle questioni legali sulla leicità o meno dei calendari mussoliniani e della paradossale ironia che nasce spontanea nel vedere il calendario del duce in mezzo a quelli delle star del cinema o del pallone, accostato magari ai seni procaci di una qualche starlette di turno, rimane da capire quale sia l'anima di una società sempre pronta a guardare indietro piuttosto che in avanti.

Nella quale la gerontocrazia, prima di essere un problema di ricambio generazionale del sistema politico e del tessuto produttivo, trova origine nell'incapacità genetica degli italiani di cambiare pagina. Una volta per tutte.  

Condividi