Giro di fatture false per 50mln, imprese "cartiere" in Umbria, Lazio e Marche
AREZZO - Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Arezzo hanno sequestrato beni immobili per 1 milione di euro ad un imprenditore aretino di 58 anni, indagato nell'ambito di un'ingente frode fiscale realizzata nel settore delle sponsorizzazioni sportive, grazie alla quale l'imprenditore ha potuto finanziare illecitamente una nota scuderia automobilistica, iscritta al campionato mondiale di granturismo. Il provvedimento di 'sequestro per equivalente', primo del genere adottato dall'Autorita' Giudiziaria di Arezzo in relazione a reati fiscali, e' stato effettuato a (parziale) garanzia del recupero delle somme illecitamente sottratte all'Erario ed ha riguardato 5 appartamenti, situati nel capoluogo e nella Val di Chiana, che le indagini hanno accertato essere comunque nella disponibilita' dell'indagato nonostante i tentativi di dissimularne la proprieta'.
A svelare il complesso e sofisticato sistema fraudolento escogitato dall'uomo sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, al termine di indagini protrattesi per piu' di un anno. L'imprenditore, deferito alla locale Procura della Repubblica per plurime ipotesi di reato previste dalla normativa penale-tributaria, aveva creato un fitto reticolo di imprese 'cartiere', dislocate nel Lazio, in Umbria e nelle Marche, intestate a prestanomi e prive di struttura imprenditoriale, costituite ad hoc al solo fine di emettere fatture per operazioni inesistenti, le quali, dopo un breve periodo, sparivano senza assolvere agli obblighi fiscali lasciando ingenti debiti tributari. Per rendere piu' difficoltosa la ricostruzione del vorticoso giro di fatture false, nel sistema di frode venivano inserite anche delle imprese 'filtro', sempre riferibili all'imprenditore, che annotavano in contabilita' le fatture fittizie delle imprese 'fantasma' e emettevano, a loro volta, fatture false per le imprese utilizzatrici finali, vere beneficiarie della frode fiscale, tra cui figura principalmente la scuderia automobilistica aretina, recentemente posta in liquidazione.
Questo sistema, che andava avanti dal 2002, realizzato attraverso l'emissione e l'utilizzo di fatture fasulle per oltre 50 milioni di euro, ha consentito all'imprenditore aretino ingenti risparmi d'imposta, quantificati in alcuni milioni di euro indebitamente sottratti al fisco, garantendogli la possibilita' di finanziare l'attivita' della propria scuderia automobilistica e di effettuare gli investimenti immobiliari finiti sotto il mirino della Procura della Repubblica. Insieme all'uomo sono stati denunciati all' Autorita' Giudiziaria anche un commercialista romano, per concorso nel reato ed altre 9 persone, per emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento e distruzione di scritture contabili.

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