TODI – I carabinieri della compagnia di Todi sono impegnati nell'esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di cittadini albanesi accusati di traffico e spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione nei confronti di giovani donne romene.

Si tratta - secondo quanto si e' appreso - della fase conclusiva di una complessa indagine, avviata da diversi mesi durante i quali erano state arrestate in flagranza di reato sette persone. Nell'operazione, dalle prime luci dell'alba, sono impegnati 50 militari: cinque gli arrestati, altri due loro connazionali e un romeno sono attualmente ricercati.

Nei confronti degli stranieri sono state disposte ordinanze di custodia cautelare dal gip di Perugia Carla Giangamboni su richiesta del sostituto procuratore Antonella Duchini.

Come detto, nell'operazione che ha portato agli arresti sono stati impegnati 50 carabinieri della compagnia di Todi - comandata dal capitano Marcello Egidio -, con l'ausilio di unita' cinofile antidroga.

Si tratta - hanno spiegato gli investigatori in una conferenza stampa a Perugia - dell'epilogo di una complessa attivita' investigativa condotta dal personale del nucleo operativo e radiomobile e coordinata dalla procura di Perugia. I carabinieri da tempo osservavano i movimenti di alcuni albanesi collegati tra loro anche da vincoli di parentela o di provenienza dallo stesso centro dell'Albania, Lezhe, domiciliati a Todi, a Gualdo Cattaneo e a Perugia. Dall'indagine e' emerso che avevano messo in piedi chi una fruttuosa attivita' di spaccio di droga chi, invece, aveva abbinato lo sfruttamento della prostituzione.

Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto i militari avevano individuato un albanese, che - secondo l'accusa - reclutava in Romania, tramite un cittadino di quel Paese, giovani che faceva arrivare a Perugia garantendo loro alloggi in appartamenti. Le dislocava quindi, di notte e talvolta anche di pomeriggio, in diverse localita' quali Olmo, strada Trasimeno ovest e anche a Todi, lungo la statale Orvietana. Il personale dell'Arma ha spiegato che si trattava di zone ben definite, frutto di una ripartizione territoriale con altri connazionali ritenuti ''protettori'' di altre donne verso i quali talvolta aveva reagito energicamente per tutelare il proprio ''campo d'azione''.

L'albanese, per gestire le giovani (sempre quattro o cinque), si avvaleva di un romeno, che - e' emerso ancora dagli accertamenti - incuteva nelle stesse un particolare timore per il suo atteggiamento violento. Le donne sfruttate - hanno riferito gli investigatori -, non solo dovevano corrispondere ai loro protettori la meta' degli ''introiti'', ma venivano private dei loro documenti e per rientrarne in possesso dovevano pagare circa due mila euro. La stessa somma, l'albanese la prendeva per consentire il passaggio di una delle prostitute sotto la gestione di un altro protettore sempre albanese.

Per quanto riguarda, invece, gli accertamenti riguardanti il presunto traffico di droga, questi hanno permesso di mettere fine all'illecita attivita' svolta in tale settore dall'albanese, ma anche da altri suoi connazionali che, in proprio e talvolta in concorso tra loro, rifornivano di cocaina - secondo l'accusa - numerosi assuntori del circondario di Todi, Massa Martana e di Gualdo Cattaneo. Si trattava di consumatori, piu' o meno giovani, di entrambi i sessi, con le attivita' occupazionali piu' disparate che incontravano i loro fornitori nelle frazioni.

I carabinieri hanno tra l'altro accertato che l'albanese ritenuto protettore delle prostitute, per tentare di passare inosservato in occasione dei trasporti di cocaina dal Lazio, si faceva accompagnare da una o piu' delle donne.

L'indagine, fin dall'inizio, e' stata caratterizzata da interventi di polizia giudiziaria che avevano portato, in diverse circostanze, all'arresto di sette persone ed al sequestro di varie decine di grammi di cocaina. Proseguono le ricerche anche all'estero degli indagati al momento irreperibili. 
 

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