PERUGIA - La Cgil rinnova l'appello ''a tutte le forze istituzionali e imprenditoriali'' affinche' si interrompa la ''barbarie'' delle morti sul lavoro. Lo fa attraverso una nota del segretario generale dell'Umbria Mario Bravi che richiama le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano secondo il quale ''bisogna rifiutare sempre l'idea'' che ''possano essere considerate tragiche fatalita'''.

In occasione del quinto anniversario della strage all'Umbria Olii, il sindacato sottolinea come ''purtroppo'' in Umbria questo fenomeno ''sta al contrario vivendo una preoccupante fase di recrudescenza''. ''Sono gia' 18, infatti - sottolinea Bravi -, i lavoratori che hanno perso la vita nel 2011, due in piu' rispetto allo scorso anno. E purtroppo questa triste contabilita' non e' ancora definitiva. Allora, oggi, in questo giorno che dedichiamo alla memoria di Maurizio Manili, Giuseppe Coletti, Tullio Mottini e Wladimir Todhe (e un sentito ringraziamento va al Comune di Campello sul Clitunno per l'impegno che ha sempre profuso in questa direzione), vogliamo anche ribadire con forza il nostro appello a non abbassare mai la guardia, perche' e' evidente che se in un momento di crisi, produttiva e occupazionale, il numero di morti sul lavoro aumenta, allora siamo chiaramente di fronte ad un imbarbarimento delle condizioni di lavoro, ad una compressione dei diritti, ad una competizione fatta sulle pelle delle persone. Per questo, al nuovo Governo chiediamo di tracciare una netta linea di discontinuita' con il passato, mettendo la difesa e il consolidamento dei diritti e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori in cima alla sua agenda politica''.

SCHEDA
Stavano installando una passerella alla sommita' di due grandi cisterne della Umbria Olii di Campello sul Clitunno i quattro operai di una piccola ditta di carpenteria di Narni - ricordati oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - morti il 25 novembre del 2006 in seguito a una violenta esplosione. Le vittime furono Maurizio Manili, 45 anni, titolare della ditta, ed i suoi operai, Tullio Mottini e Giuseppe Coletti, entrambi di 48, e l' albanese Vladimir Todhe, di 44, tutti residenti in provincia di Terni. Con loro c' era anche un gruista che, per la posizione in cui si trovava, e' riuscito a salvarsi. Il sito della Umbria Olii ospitava diversi silos con 500 mila litri di olio di oliva destinato alla raffinazione. Diversi quelli distrutti dall'incendio seguito all'esplosione per spegnere il quale i vigili del fuoco furono impegnati per giorni. In seguito alle indagini sull'incidente l'allora amministratore delegato della Umbria Olii Giorgio Del Papa e' stato processato davanti al giudice unico di Spoleto. Il pm ne ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e altri reati, fra cui il procurato incendio. Per la sua difesa l'imprenditore va invece assolto per non avere commesso il fatto essendo del tutto estraneo agli addebiti. La sentenza e' attesa il 13 dicembre. Nel corso del procedimento la magistratura di Spoleto ha tra l'altro respinto la richiesta della Umbria Olii di avere un risarcimento di 35 milioni di euro dai familiari dei quattro operai morti e dall'unico sopravvissuto, ritenendo che l'incidente fosse stato provocato da un erroneo uso di una saldatrice, iniziativa suscito' un vespaio di polemiche.
 

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