Barbara Isidori

I dati sono allarmanti e dimostrano una crescita esponenziale del fenomeno. La violenza sulle donne e sui loro figli minori non accenna a diminuire. Anzi. I numeri forniti da Telefono Rosa ne sono una conferma eclatante. Dal 2003 al 2010 l’utenza è quasi raddoppiata passando da 250 persone a 433. In totale le donne che si sono rivolte a Telefono Donna sono state 2390. I dati da inizio 2011 ad oggi mostrano anch’essi un’utenza in crescita. Le persone che si sono rivolte al servizio sono state a Perugia e provincia 326 e 120 a Terni. Insomma urgono misure importanti e per questa ragione questa mattina è stato presentato un Protocollo operativo. Firmatari del progetto il Comune di Perugia, il Distretto del perugino della USL n.2, l’Azienda Ospedaliera ed il Centro per la Pari opportunità delle Regione Umbria nell'ambito della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Si è così costituito un tavolo interistituzionale per la condivisione di modalità operative per l’attivazione di una rete di servizi integrati rivolti alle donne per l’uscita dalla loro situazione di violenza. A presentarlo questa mattina a Palazzo dei Priori l’assessore per le pari opportunità del Comune Lorena Pesaresi, la dirigente comunale Carla Trampini, Daniela Albanesi presidente del Centro pari opportunità della Regione, il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Dott. Giuseppe Ambrosio, per la Asl 2 la Dott.ssa Milena Mincigrucci, l’assessore provinciale Ornella Bellini, la consigliera di parità provinciale Gemma Bracco, rappresentanti degli studenti dell’Istituto d’arte “Bernardino di Betto”, con due insegnanti e rappresentanti delle associazioni femminili Aidda, Fidapa, Comitato 8 Marzo e Rav.

“Questo protocollo rappresenta lo sforzo che diverse entità hanno messo insieme per contrastare situazioni di violenza femminile” ha detto l’assessore Pesaresi “Questo documento sta anche a testimoniare la volontà forte di operare in piena sinergia evitando situazioni frammentarie per dare una risposta maggiormente decisa alle donne vittime di violenza”. In particolate il protocollo prevede una “rete di servizi” ,in parte già funzionanti ed altri da attivare, per intervenire nella fase di emergenza, creare azioni per la fuoriuscita da situazioni violente e seguire poi il percorso successivo altamente complesso. “In Italia, la violenza maschile fra le mura domestiche” ha detto ancora l’assessore “è la prima causa di morte violenta per le donne dai 16 ai 60 anni. Oltre 6 milioni le donne che nel corso della vita sono state vittime di violenza fisica o sessuale. Insomma i numeri non sono messi per caso e sono soddisfatta che anche la presidente della Regione Catiuscia Marini sta lavorando ad una legge regionale che dovrà fornire indirizzi e strumenti efficaci rispondenti ai bisogni reali delle vittime di violenza, compreso quello di creare le condizioni per la loro autosufficienza economica e il loro reinserimento lavorativo”.

“Dobbiamo intervenire su problemi che spesso rimangono silenziosi grazie ad una nostra forte presenza sul territorio impegnandoci sempre di più per promuovere azioni concrete e accrescere la sensibilità della popolazione” ha concluso la Pesaresi. Nel documento è prevista una rete di servizi e di informazioni fra il Comune di Perugia (con l’attivazione dell’intervento in emergenza da parte del Servizio di Pronto intervento sociale), il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria (con Telefono Donna 800.86.11.26) il Pronto Soccorso generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia (accoglienza vittime e formazione operatori) il Pronto Soccorso – Accettazione delle Strutture di ostetricia e Ginecologia e di Clinica Ostetrica Ginecologica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia (prestare le prime cure in emergenza e accoglienza adeguata) i Servizi sociali e sanitari del distretto del perugino dell’Ausl 2.

“Questo protocollo rappresenta per noi una grande assunzione di responsabilità delle Istituzioni per delineare una rete di servizi integrati per contrastare questo fenomeno che i nostri dati ci confermano in ascesa” ha commentato la Dott.ssa Albanesi “Il Telefono Donna è purtroppo solo la punta di un iceberg di un fenomeno molto più esteso”.

Anche le Usl faranno la loro parte formando profili professionali per la gestione delle situazioni critiche. “La formazione di personale qualificato è indispensabile per capire situazioni di violenza spesso silenziose” ha commentato la Mincigrucci “Con questo protocollo partiamo verso, spero, anche verso una campagna di sensibilizzazione per l’opinione pubblica”.

L’assessore Pesaresi ha poi ringraziato le associazioni che da sempre svolgono un ruolo fondamentale con la loro attività. “Da anni le associazioni in difesa della donna hanno fatto la loro parte e mi auguro che possano lavorare in sinergia con noi. Serve creare una sensibilità pubblica e un’educazione che parte dalle scuole per far crescere i giovani uomini e donne con la consapevolezza delle dignità della donna”.
 

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