ROMA - "La disdetta degli accordi alla Fiat pone in evidenza, tra gli altri, un problema prioritario: quello della democrazia nei luoghi di lavoro". Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera. "A nessuno puo' sfuggire il fatto che, indipendentemente dall'adesione a Confindustria e dal riconoscimento anche dell'esistenza di un contratto nazionale sovraordinato rispetto a quello aziendale, i lavoratori di Fiat non potranno eleggere i propri rappresentanti sindacali aziendali. Infatti - aggiunge Damiano - saranno escluse dalla possibilita' di usare gli strumenti di azione sindacale nel luogo di lavoro le organizzazioni non firmatarie dell'accordo Fiat. Questo limite, contenuto nell'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, era stato nel passato brillantemente superato dagli accordi di concertazione e, ultimamente, dall'intesa del 28 giugno scorso. Questo problema va affrontato e risolto perche' pone una questione di carattere universale, non circoscrivibile ai soli stabilimenti Fiat".

Per l'esponente democratico, e' "interesse di tutte le organizzazioni sindacali e di tutte le imprese avere regole che separino l'espressione di voto dei lavoratori nella scelta dei propri rappresentanti dalla sottoscrizione o meno degli accordi". In caso contrario, "si corre il rischio di andare verso una frammentazione delle relazioni sindacali e contro uno sforzo di coesione sociale che dovrebbe essere perseguito soprattutto in questo momento di crisi".
 

Condividi