Un altro lavoratore è morto sul lavoro oggi nella nostra regione. L'ennesima tragedia si è consumata a Silvignano a pochi chilometri da Campello sul Clitunno, dove proprio venerdì si celebrerà la ricorrenza dei 5 anni dalla strage della Umbria Olii, una ferita ancora pulsante per tutti noi. Alla famiglia, agli amici e ai colleghi della vittima vanno le nostre più sentite condoglianze.

Qualcuno sarà tentato di parlare di “tragica coincidenza”, di “scherzo del destino”. Ma noi sappiamo invece che coincidenze e destino non c'entrano affatto.

Con questa morte sale a 18 il numero di lavoratori che hanno perso la vita nel 2011 in Umbria, due in più rispetto allo scorso anno. E purtroppo questa triste contabilità non è ancora definitiva.

E' evidente che se il numero di morti sul lavoro aumenta, mentre si contrae l'attività produttiva, mentre la cassa integrazione è ai massimi storici, mentre di lavoro ce n'è sempre meno, qualcosa non va. Siamo chiaramente di fronte ad un imbarbarimento delle condizioni di lavoro, perché ancora una volta per far fronte alla crisi si vogliono comprimere i diritti, si vuole risparmiare sulla pelle delle persone. Da questo punto di vista l'eredità che ci lascia il Governo Berlusconi, con il ministro Sacconi che ha riversato tutto il suo impegno nello smantellamento del Testo Unico per la sicurezza, è drammatica. Per questo al nuovo Governo chiediamo di tracciare una netta linea di discontinuità, mettendo la difesa e il consolidamento dei diritti e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori in cima alla sua agenda politica.
 

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