Fiat/ Di Pietro (Idv): con disdetta accordi abbandona l’Italia
ROMA - ''Con la disdetta di tutti gli accordi sindacali la Fiat chiude il cerchio, annunciando di fatto l'abbandono del nostro Paese, individuando nei lavoratori il capro espiatorio. Sui dipendenti e' stata scaricata l'incapacita' di fabbricare automobili innovative, ad alto valore aggiunto e di venderle sul mercato''.
Cosi' in una nota congiunta il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi. ''Sono due anni che l'IdV denuncia il rischio - aggiungono - della chiusura o del ridimensionamento degli stabilimenti Fiat in Italia e la volonta' dell'azienda di spostare la produzione all'estero e la testa negli Stati Uniti. Oggi e' arrivata la conferma delle nostre preoccupazioni. Il fantomatico progetto 'Fabbrica Italia' non esiste piu', ma e' stato semplicemente utilizzato come arma ricattatoria per demolire il contratto nazionale di lavoro. Marchionne, negli ultimi due anni, ha utilizzato le risorse pubbliche, attraverso la Cassa integrazione e gli incentivi all'innovazione, per chiudere la storia della 'Fabbrica italiana automobili Torino', facendola diventare 'fabbrica americana della Chrysler'. Questo e' il regalo avvelenato che l'amministratore delegato della Fiat consegna al nuovo governo il quale, a differenza del precedente, che ha svolto semplicemente un ruolo di zerbino, speriamo possa far valere l'interesse nazionale e difendere i diritti e il salario dei tecnici e degli operai della Fiat. Questo governo - concludono Di Pietro e Zipponi - deve chiedere agli industriali credibili di rivedere la decisione di chiudere gli stabilimenti dell'azienda torinese in Italia''.

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